(ANSA) – ROMA, 04 NOV – La Lega Pro scende in campo, con il supporto di UNHCR e Project School, per promuovere l’Integration League, un torneo misto tra rifugiati e comunità locali come modello di inclusione sociale. Un progetto al quale hanno aderito già otto club di Serie C (Ancona, Fidelis Andria, Cesena, Feralpisalò, Virtus Francavilla, Monopoli, Potenza, Reggiana) e presentato questa mattina in Figc, alla presenza del suo presidente, Gabriele Gravina, e del numero uno della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
“E’ davvero motivo di grande soddisfazione ospitare qui un progetto molto bello – dice Gravina – Si inserisce e completa il nostro progetto “Rete” che ormai da 8 anni portiamo avanti. L’Integration League è un’iniziativa intensa e coinvolgente, perfettamente in linea con quella capacità del mondo del calcio di saper esser veicolo di inclusione e coinvolgimento. Spesso si discute del fuorigioco, dell’arbitro, di un rigore dato o no, ma il calcio per noi è uno schema che esce da quest’automatismo”.
“Oggi – sottolinea Ghirelli – inauguriamo un nuovo modello di integrazione che utilizza il calcio come veicolo che contribuisce a dare un senso di normalità soprattutto a chi vive condizioni difficili. Un progetto frutto di un percorso lungo e complesso, che solo con il supporto di UNHCR e Project School potevamo mettere in campo. Il calcio ha un potere straordinario, può cambiare la vita di tante persone costrette a lasciare il proprio paese”.
Il progetto prevede la formazione di 8 squadre, composte da 8 cittadini italiani e 8 rifugiati, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e temporanea, di sesso maschile residenti o domiciliati nelle città dei club aderenti. Le squadre si alleneranno per 5 mesi nelle strutture messe a disposizione delle società e competeranno poi tra loro in un torneo di 15 partite, con la finale in un importante stadio italiano.
“Praticare uno sport come il calcio insieme alla comunità locale, è senza dubbio un aspetto che cambia la vita di queste persone”, aggiunge Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per Italia, Santa Sede e San Marino. E l’unica differenza tra le squadre in campo “sarà il colore della maglia” conclude Antonio Dell’Atti, co-founder Project School. (ANSA).