Vaccino Covid, medico denunciato per ‘somministrazione di prodotto sperimentale’

danni da vaccino richieste di indennizzo

Un medico generalista in Belgio è stato denunciato da una sua paziente a cui aveva somministrato un vaccino contro il Covid-19. La donna, che di professione fa l’attrice, lamenta di aver subito dei danni neurologici in seguito alla vaccinazione, e ha citato in giudizio il medico per “avvelenamento da un prodotto sperimentale”. Lo riporta Le Soir.
Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata incoraggiata dal suo medico a vaccinarsi senza però venire informata adeguatamente sui rischi connessi alla vaccinazione.

Il riferimento è in particolare al fatto che all’epoca della somministrazione, i vaccini autorizzati al commercio dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, avevano ancora un via libera condizionato a successive verifiche di vigilanza su eventuali effetti collaterali. Questo, come ampiamente spiegato durante la pandemia, era stato dovuto al fatto che la diffusione del virus e il suo impatto sulla salute della popolazione richiedeva tempi più rapidi per l’immissione al commercio dei farmaci rispetto ai normali processi di autorizzazione.

L’attrice, però, ritiene che avrebbe dovuto essere informata delle “condizioni” particolari con cui si era arrivati all’autorizzazione dei vaccini, e dunque dei rischi non contemplati all’epoca della somministrazione, ossia quei possibili effetti avversi che sono stati certificati in una seconda fase (nell’ambito della cosiddetta “rolling review”) sulla base dei dati che arrivavano dai centri di vaccinazione dei vari Stati membri. È bene ricordare ancora una volta che la “rolling review”, secondo le autorità sanitarie, è una procedura standardizzata e non una forma di sperimentazione. Ma non tutti la vedono così, anche tra il personale sanitario, e a quanto pare l’attrice ha trovato una sponda nei gruppi no-vax belgi.

Lo ha reso noto lo stesso medico denunciato, una dottoressa con 30 anni di esperienza alle spalle: “La querelante è riuscita a trovare pseudo-medici che avevano scritto pseudo-attestazioni affermando pseudo-collegamenti tra le sue condizioni e la mia siringa Big Pharma”, ha scritto ironicamente su Facebook. “La segretezza dell’indagine non mi permette di citarli, ma avrete intuito che parliamo degli stregoni del mondo no-vax e cospirativo del Belgio, alcuni licenziati dai loro ospedali per queste ragioni”, ha aggiunto.

Adesso la vicenda passa nelle mani dei giudici, che dovranno accertare se effettivamente la dottoressa è venuta meno ai suoi doveri non informando la paziente sul metodo con cui il vaccino era stato autorizzato al commercio. Secondo l’associazione belga dei medici di base, il paziente non è mai obbligato a sottoporsi al trattamento proposto dal proprio medico e può sempre consultarne un altro per ottenere un secondo parere. https://europa.today.it