BRUXELLES – Con 776 vittime nel 2020, 285 in più rispetto all’anno precedente, l’Italia ha registrato l’aumento più elevato di morti sul lavoro tra i principali Paesi europei. Dietro all’Italia si sono piazzate la Spagna (+45 nel 2020 rispetto al 2019) e il Portogallo (+27). È quanto emerge da un’analisi dei dati Eurostat condotta dallo European Trade Union Institute e pubblicata oggi dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Complessivamente sono 12 gli Stati europei ad aver registrato nel 2020 un aumento dei decessi sul lavoro rispetto al 2019: oltre a Italia, Spagna e Portogallo, anche Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Malta, Bulgaria, Belgio, Croazia, Slovenia e Lituania.
I ricercatori prevedono che i decessi sul lavoro continueranno a crescere nei prossimi anni in Italia e in Ungheria e non saranno mai eliminati in Spagna e Francia. Se gli incidenti mortali proseguiranno allo stesso ritmo del decennio precedente, tra il 2021 ed il 2029 le morti bianche in Europa ammonteranno a 25.166, di cui 4.664 in Italia. “Molte vite sono state salvate grazie ad una legislazione più rigorosa sulla sicurezza negli ultimi decenni, ma i nostri dati mostrano che i progressi si stanno arrestando in alcuni paesi e sono completamente invertiti in altri”, ha dichiarato il vice segretario generale della Ces, Claes-Mikael Stahl.
La Ces promuove la campagna ‘zero morti sul lavoro’ ed ha annunciato oggi l’adesione dei ministri del Lavoro di Slovacchia e Slovenia al suo manifesto con cui si chiede all’Ue, agli Stati membri e ai datori di lavoro di intraprendere le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di azzerare le morti bianche. A firmare il manifesto anche i vicepresidenti del Parlamento europeo, i presidenti dell’S&D e i copresidenti dei gruppi Verde e Sinistra al Pe, nonché gli eurodeputati dei gruppi Ppe e Renew. La Ces prevede di consegnare alle istituzioni dell’Ue un manifesto finale, con un più ampio sostegno politico, in occasione della Giornata della memoria dei lavoratori nel 2023. ANSA EUROPA