di Antonio Amorosi – www.affaritaliani.it – Perché cedere ai cinesi infrastrutture strategiche? Non ripetiamo “la dipendenza” dal gas russo? Le catene di approvvigionamento globali sono sempre più dominate dalla Cina. Il dibattito in Germania. La sovranità territoriale ha un valore, lo hanno scoperto anche i tedeschi con il dibattito pubblico nazionale di questi giorni.
A Bonn si discute sul porto di Amburgo, meta della società statale cinese COSCO, la stessa che domina il porto di Napoli per scarico merci. COSCO detiene già partecipazioni di minoranza nei porti di Rotterdam, Amsterdam, Bilbao, Valencia, Istanbul e ha rilevato durante la crisi finanziaria il porto greco del Pireo. Le principali merci in Europa arrivano dai porti di Rotterdam e Amburgo e raggiungono anche l’Italia. Il porto di Amburgo è il terzo più grande d’Europa.
La Germania, prima dell’attuale crisi energetica, voleva vendere una quota del terminal Tollerort del porto di Amburgo alla grande compagnia cinese. Nel 2021 la società di logistica di Amburgo, Hamburger Hafen und Logistik avevano definito i piani di un accordo per la cessione del 35% del terminal.
Ora, cambiata la situazione internazionale, vista la guerra tra Ucraina e Russia e il problema del gas, il governo federale tedesco potrebbe vietare l’ingresso dei cinesi per non ripetere l’errore fatto con Mosca, per non dipendere da un Paese straniero autocratico. Si teme che l’ingresso della società statale cinese possa comportare potenziali ricatti contro la Germania.
Le pressioni economiche e politiche potrebbero anche essere esercitate quando non ci si aspetta dato che le catene di approvvigionamento globali sono sempre più dominate dalla Cina attraverso vendite anche parziali di aree del mondo e d’Europa. Tuttavia, le compagnie di navigazione hanno stretto alleanze sempre più grandi da anni, il che significa che hanno già un grande potere di mercato, inclusa COSCO.
Poiché si tratta di un’infrastruttura critica, il Ministero Federale dell’Economia guidato da Robert Habeck dei Verdi ha avviato una revisione degli investimenti statali. Sono coinvolti anche i ministeri federali dell’Interno, della Difesa, delle Finanze, dei Trasporti e della politica Estera guidati da SPD, FDP e Verdi. Secondo i media tedeschi NDR e WDR, l’acquisizione avverrà automaticamente se il governo federale non deciderà diversamente entro la fine di ottobre o concorderà una proroga del termine dell’accordo.
D’altro canto la società che gestisce il porto di Amsterdam ha bisogno di ammodernamenti strutturali quindi di attrarre capitali ed ha paura che COSCO, in caso di rifiuto, possa dirottare i propri investimenti sul porto concorrente di Anversa.
Il ministro della Giustizia dell’FDP, Marco Buschmann, si è espresso chiaramente contro la vendita parziale. Il ministro federale dell’Economia Robert Habeck ha messo il punto sugli aspetti critici determinati dall’ingresso di COSCO ad Amburgo. Si è capito “che le dipendenze dai Paesi, che poi possono giocare i propri interessi in queste dipendenze, cioè volerci ricattare, non sono più solo un fenomeno astratto, ma, vedi con il gas russo, sono realtà in questo mondo”. Habeck ha sottolineato: “Non dovremmo ripetere questi errori”.
L’esercizio dell’attività del porto nel suo insieme è ancora al 100% sotto la responsabilità dell’Autorità portuale di Amburgo. Ma il territorio del porto rimarrebbe completamente in mano pubblica anche se una parte del porto venisse venduta.
In Occidente, prima della crisi finanziaria del 2008, di quella attuale e del Covid, si ritenevano affidabili un gran numero di società cinesi ma si è capito che quando il Partito Comunista Cinese decide una linea strategica poi la stessa deve essere seguita dalle imprese nazionali, tanto più se statali come COSCO. E non sempre queste linee strategiche coincidono con gli interessi degli Stati Occidentali. Quindi perché dipendere dal PCC cinese e poi meravigliarsi?