di Mauro Indelicato www.ilgiornale.it – Nei corridoi dei palazzi della politica italiana è aria di trasloco. Anche al Viminale da tempo si sta preparando il passaggio tra il ministro uscente Luciana Lamorgese e il successore, ancora ignoto e probabilmente oggetto di trattative per la formazione del nuovo esecutivo.
In un contesto contrassegnato quindi da un’attività ordinaria tipica di ogni fine mandato, il ministro ancora ufficialmente in carica ha posto la sua firma su un atto che eroga più di un miliardo di euro al sistema di accoglienza. Un atto che, pur se ordinario, a livello politico potrebbe avere una certa rilevanza.
Il decreto approvato da Luciana Lamorgese
L’atto in questione è il decreto ministeriale 37847, firmato il 13 ottobre scorso, stesso giorno dell’insediamento del nuovo parlamento. Con questo documento è stato predisposto il finanziamento dei progetti presentati dagli enti locali per l’accoglienza dei migranti, dei minori non accompagnati e dei migranti con vulnerabilità.
Il tutto in base a quanto previsto da un altro decreto, quello del 18 novembre 2019, in cui è stata assegnata ai comuni e agli enti locali la possibilità di presentare progetti per accedere ai finanziamenti del fondo nazionale riservato all’accoglienza. In quel decreto inoltre è stata prevista la formazione di un’apposita commissione per valutare i progetti ed ammetterli eventualmente al finanziamento.
I tempi però si sono dilatati e soltanto il 7 ottobre scorso, così come reso noto da Francesco Storace su Libero, sono state stilate le graduatorie. Sono stati ammessi al finanziamento in totale 383 progetti, per un valore complessivo di un miliardo e 200 milioni di euro da spendere da qui al 2025. Il bando in questione infatti vale per il prossimo triennio. Infatti nel decreto di finanziamento si parla di 425 milioni di euro all’anno.
La fetta più grossa va ai progetti relativi ai centri di accoglienza definiti “ordinari”. In totale per questo capitolo saranno spesi 326 milioni di euro per 282 progetti. Saranno invece erogati 87 milioni di euro ai 77 progetti che prevedono l’accoglienza dei minori non accompagnati. Infine, quasi 12 milioni di euro saranno spesi per 24 progetti relativi ai migranti ritenuti più vulnerabili.
La tempistica della firma
Se da un lato è vero che tra commissioni e valutazioni varie si è arrivati alla predisposizione della lista solo lo scorso 7 ottobre, dall’altro però vista la delicatezza del decreto e l’importante stanziamento previsto forse il ministro Lamorgese poteva anche attendere qualche giorno in più. E magari lasciare il documento sulla scrivania del suo successore.
Legittima la firma, ma il nodo a questo punto è più marcatamente politico. Il titolare del Viminale uscente ha quasi voluto rivendicare la sua linea di governo, senza aspettare il parere del nuovo esecutivo. Magari quei progetti sarebbero stati ugualmente validati e firmati, ma almeno il nuovo ministro poteva avare più voce in capitolo sul miliardo prossimo a essere erogato. La non firma poteva quindi essere un atto politico di “cortesia” che però non c’è stato. La firma, al contrario, potrebbe essere l’emblema dei tre anni di permanenza dell’ex prefetto di Milano alla guida del ministero.