Federico Marretta in moto verso l’Asia Centrale

Federico Marretta KIRGHIZISTAN

di Elena Buldakova e Guido De Simone  (www.planet360.info) – Nelle pause del campionato, un campione della pallavolo dà sfogo a due sue antiche passioni: i viaggi avventurosi e la moto. Chi segue la pallavolo sa chi è Federico Marretta. Un grande campione, uno schiacciatore dall’istinto infallibile e sorprendente.  Vederlo librarsi e rimanere in aria, come se la forza di gravità smettesse di operare perché sorpresa da quel volo inatteso; e da lassù colpisce la palla che sta scendendo esattamente dove lui ha previsto, schiacciandola inesorabilmente sul campo avversario.

Pochi giorni fa ha annunciato che, dopo aver vinto un combattutissimo campionato, ha deciso di ritirarsi dall’agonismo:
«Mi sarebbe piaciuto giocare fino a 60 anni. Ma non posso sempre fare tutto ciò che mi piace. Posso però provare a fare ciò di cui ho realmente bisogno: stare bene con me stesso!»
E conclude, rivolgendosi al suo sport come fosse la sua musa, con una frase che svela un parallelo indelebile: «Mia cara pallavolo sei come un viaggio in moto; sei Sfida, sei Coraggio, sei Rischio, sei Spirito d’adattamento, sei Cadute, sei Istinto, sei Passione».

… Ai suoi voli su due ruote lungo i sentieri del mondo

C’è, infatti, un altro aspetto di questo uomo, un’ulteriore sua grande passione che ne implica due che fanno parte di lui. Qualcosa che probabilmente lo accompagnerà ancora a lungo: i viaggi avventurosi in moto ovunque possa lungo il pianeta. Ai suoi fan della pallavolo si sono aggiunti i molti altri che ne seguono le imprese sulle due ruote.

Ultimamente ha particolarmente esplorato l’Asia Centrale ed è arrivato fino al lontano ma affascinante Kirghizistan, ai confini con il “Paese di Mezzo”, la Cina.

Federico Marretta KIRGHIZISTAN

Il Kirghizistan è il “collo di bottiglia” di tutte le rotte della leggendaria ma ancora attuale “Via della Seta”, un passaggio obbligato perché l’orografia non permetterebbe altrimenti, salvo scavalcando montagne tra i 4.000 e gli 8.000 metri d’altezza, oppure via mare con lunghe circumnavigazioni.

Un viaggio da sogno, ma con molte incognite, che pochi saprebbero organizzare e affrontare.
Questo e la sua decisione di lasciare la carriera nella pallavolo sono due ottime motivazioni per porre a questo campione alcune domande.

L’intervista

Planet360.info: Federico Marretta, lei è tornato di recente da un lungo viaggio. Avendo fatto molta strada, innanzitutto come si sente ora a essere nella sua terra natale?

FM: Adesso che sono tornato a casa non le nascondo che i primi giorni sono stati particolari. Non ero più abituato al comfort, alle attenzioni di amici e familiari, al fatto che potevo avere tutto e subito, alla vita frenetica della cultura occidentale.
Quando ero in viaggio vivevo alla giornata, affascinato ed incuriosito da tutto ciò che mi circondava.
Essere tornato alla “normalità” mi ha un po’ destabilizzato.

Planet360.info: Ho letto di un ciclista belga in pensione che ha percorso circa 1500 km per andare a provare un croissant alla lavanda. Cosa la ha spinta ad andare in Asia Centrale?

FM: Sono sempre stato affascinato dalla cultura orientale, da ciò che risultava “diverso” ai miei occhi.

C’è chi viaggia per scoprire nuove culture o nuovi orizzonti, chi per mettersi alla prova, c’è chi viaggia per fuggire da qualcosa o per risolvere conflitti interiori. Per me il viaggio è un mix di questi motivi. Poi il fatto di farlo con la moto mi dà la possibilità di entrare in diretto contatto con le persone del posto, che aldilà dei panorami, sono il fulcro di un viaggio avventura.

Planet360.info: Alcuni aspetti tecnici e pratici: quanti chilometri ha percorso? E quale equipaggiamento aveva con sé?

FM: In totale ho percorso 26000 km in 93 giorni di viaggio attraversando 10 nazioni, dall’Italia fino alla Mongolia.

La mia moto, una Ktm 1290 super adventure R, è stata allestita con delle valigie laterali dove all’interno avevo vestiti e tutto il necessario per campeggiare, un navigatore, giusto per avere una vaga idea della direzione da prendere, ed un satellitare per tenermi in contatto con i miei cari.

In un altro borsone avevo delle parti di ricambio e tutta la mia attrezzatura video.

La moto, oltre ad essere il “mezzo di trasporto”, era inevitabilmente diventata la mia casa e la mia fedele compagna di avventure.

Federico Marretta KIRGHIZISTAN

Planet360.info: Quali paesi ha visitato finora? È la prima volta che si inoltra su questa lunga rotta verso est?

FM: In questo viaggio ho attraversato la Grecia, Turchia, Iran, Georgia, Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan e Mongolia.
Qualche anno fa avevo fatto un viaggio avventura simile di 45 giorni, sempre in solitaria, ma ero arrivato fino in Turchia.
L’idea era quelli di acquisire sicurezze (fisiche, mentali, motociclistiche) anno dopo anno per poi spingersi sempre più ad est.

Planet360.info: Lei ha incontrato molti altri appassionati delle due ruote. Quindi, oltre che il suo punto di vista, ha avuto modo di intuire quello altrui. Cosa può motivare in generale una persona a prendere uno zaino e andare a esplorare gli spazi aperti su due ruote?

FM: Non so se è stata anche colpa della pandemia, ma ho incontrato molti viaggiatori stanchi, infelici, insoddisfatti della loro vita e del loro lavoro.
Con i loro successi lavorativi stavano costruendo la loro prigione.

Per questo avevano deciso di mollare tutto e viaggiare.

Credo che molti avessero voglia di sentirsi liberi e di vedere il mondo da prospettive diverse.

La ricchezze di esperienze di vita era più appagante rispetto alla ricchezza materiale.

 

Planet360.info: Come la hanno trattato le persone che ha incontrato lungo il percorso? Può condividere con noi qualche storia?

FM: Sicuramente gli incontri con le persone sono state la parte più interessante di tutto il viaggio.

Non potrò mai dimenticare cosa è successo il giorno del mio compleanno, il 9 agosto, mentre attraversavo il Kirghizistan. Ho avuto la brillante idea di prendere una deviazione dal villaggio di Torkent che mi avrebbe fatto risparmiare un po’ di chilometri per arrivare alla capitale Bishkek. Panorami mozzafiato, su e giù tra catene montuose e bambini che giocavano e salutavano in mezzo alla strada sterrata. Ma ad un tratto il meteo è peggiorato ed ha iniziato a piovere a dirotto. Mi trovavo a circa 2.000 metri di altitudine ed il terreno diventava sempre più viscido e pericoloso. Onde evitare di cadere continuamente, dovevo tenere una andatura a passo d’uomo, ma il sole stava quasi tramontando.

Alzo lo sguardo e poco più avanti scorgo una yurta, con una donna sul ciglio della porta che mi fa segno di entrare.

Trovo riparo dalla tempesta in una tipica costruzione nomade grazie a questa famiglia che mi ha offerto ospitalità e cibo fino all’indomani, fin quando il sole non avesse asciugato il terreno.

Uno dei compleanni più belli della mia vita.

Planet360.info: Lei ha dimostrato con i fatti che non è il tipo di persona che si arrende.
I suoi incidenti di gioco e le dure cure conseguenti che ha affrontato, fino a tornare in campo, ne sono la prova concreta.
E nei suoi viaggi, quali difficoltà ha dovuto affrontare? E con quali soluzioni?

FM: In un lungo viaggio come questo non puoi programmare nulla e non sai mai cosa ti potrà succedere un minuto dopo.

Ricordo quando ho bruciato lo statore della moto in Iran. Mi sono davvero preoccupato, perché quel pezzo di ricambio lì non l’avrei mai trovato.
Ma sempre grazie alle persone del posto abbiamo trovato una soluzione al bazar delle moto di Teheran, dove un anziano ha aggiustato manualmente il pezzo rotto permettendomi di proseguire il viaggio.

L’arte di arrangiarsi.

Oppure un’altra volta in Mongolia ero rimasto senza benzina in un villaggio a sud del deserto del Gobi. Nonostante i problemi linguistici delle persone sono riuscite a recapitare una tannica con dieci litri di benzina, giusto per tornare alla prima petrol station (n.d.r.: stazione di rifornimento).

Ero un tipo solitario, ma grazie a queste persone non mi sono mai sentito solo.

Planet360.info: Quali sono i particolari che durante le sue esplorazioni la hanno colpita o sorpreso di più?
Eventualmente per specifico paese, se preferisce, ovviamente.

FM: Quando sono entrato in Kazakistan mi ha colpito il cambiamento della fisionomia dei volti delle persone.
In Iran le persone quasi litigavano tra di loro per avere il piacere di ospitarmi nelle loro case.

In Kirghizistan, una famiglia vedendomi in difficoltà mi ha accolto a casa offrendomi più di quello che poteva, senza nulla in cambio.

Non potrò mai dimenticare l’infinita steppa mongola o le cime innevate del Tajikistan che diventavano un tutt’uno con il cielo.

Planet360.info: Lei è da poco stato in Kirghizistan. Mi perdoni se mi soffermo su questa giovane Repubblica che in realtà è un’antichissima Nazione. Essendoci io nata e conoscendola molto bene, la cosa mi ha particolarmente incuriosita!

Non essendo un paese con un turismo già ben strutturato (anche se sta organizzandosi velocemente, ma senza tradire e snaturare le sue radici), non ha ancora mostrato il meglio di sé. Ma a chi ne ha scoperto i veri “tesori” (natura, cultura nomade, agricoltura, cibo e specialmente un popolo molto accogliente) rimane nel cuore.

Cosa ricorda di più di quel lontano Paese?

FM: Ho avuto la sfortuna di avere un piccolo problema con la moto e non ho potuto visitare come avrei voluto il Kirghizistan.

Ma in quei pochi giorni sono stato piacevolmente sorpreso.

Una nazione che ha voglia di progredire senza però abbandonare o trascurare le proprie tradizioni.

Come un po’ in tutte le nazioni dell’Asia centrale ho avuto problemi linguistici: russo come seconda lingua e non l’inglese. Ma le persone sono state sempre gentili e pronte a darmi consigli su strade e posti da visitare.

Ho persino provato il latte di giumenta… ma non fa per me!

Planet360.info: Sinceramente, avrebbe voglia di tornarci di nuovo, probabilmente lungo un suo prossimo tragitto verso l’estremo oriente?

FM: Assolutamente sì, sono affascinato dalla cultura nomade e voglio gustarmi con più calma i posti magnifici e la natura incontaminata che il Kirghizistan può offrire.

Come il sary chelek, il songkol, fairytale skazka ed altri di questi incredibili meraviglie che il Kirghizistan nasconde.
Poi devo tornare a salutare gli amici della bike house di Bishkek, che mi hanno trattato come uno di famiglia.

Oltretutto la mia moto è ancora in Mongolia, con la scusa potrei fare quasi lo stesso itinerario per tornare indietro.

Planet360.info: C’è qualcosa che vorrebbe consigliare a chi volesse avventurarsi in viaggi del genere?
E a chi voglia seguire le sue nuove avventure, ce n’è modo sul web?

FM: Un consiglio essenziale: non abbiate paura, tanto più delle popolazioni che incontrerete. È giusto essere prudenti durante un viaggio del genere, soprattutto se in solitaria, ma non partite prevenuti nei loro confronti. Hanno avuto una storia più complicata e sanguinosa della nostra ed i confini che gli hanno imposto non rendono la situazione facile, ma faranno di tutto per farvi stare bene; poi se dite che siete italiani partirete avvantaggiati!

Chi lo desidera può seguire i miei viaggi o vederli successivamente sul mio canale INSTAGRAM: https://www.instagram.com/reel/ChozUKPDr6E/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Oppure in video su YOUTUBE come “Federico Marretta”: https://youtube.com/c/FedericoMarretta

Planet360.info: Federico Marretta, grazie di cuore per averci raccontato dei suoi viaggi!

Un antico adagio italiano recita: “Il buon giorno si vede dal mattino”.
Se nelle sue esplorazioni lungo le strade e i sentieri del mondo lei continua ad applicare la filosofia che nello sport le ha fatto superare tutti gli ostacoli e con umiltà l’ha portata al successo, ci aspettiamo che seguirla insegnerà molto anche a noi tutti.

… E arrivederci in Kirghizistan!

Foto di Federico Marretta