Landini: sabato in piazza per reddito, salari e pensioni

draghi e landini

Roma, 4 ott. (askanews) – “Reddito, salario, pensioni”. Sono i temi chiave citati dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in vista della protesa di sabato 8 ottobre. “La gente non ce la fa ad arrivare a fine mese. Occorre agire con la decontribuzione elevando quella già avviata transitoriamente dal governo Draghi e con la rivalutazione delle pensioni – afferma in una intervista al Fatto Quotidiano -. Nell’emergenza energetica occorre elevare il bonus sopra la soglia attuale di 12 mila euro Isee. Occorre battersi in Europa per rivedere il meccanismo dei prezzi, il famoso Ttfdi Amsterdam, che ha aperto alle speculazioni”.

Landini sostiene di non avere pregiudizi contro il futuro governo di centro destra guidato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. “Abbiamo fatto scioperi generali contro i governi di Renzi o di Draghi, siamo scesi in piazza contro Conte e Salvini. Un soggetto sindacale non ha pregiudiziali, ma dei valori e dei programmi. I governi vanno giudicati per ciò che fanno”, dice.

Intanto “occorre intervenire sulle bollette attraverso due strade: tassare gli extraprofitti, tema di cui non si parla più, ipotizzando anche un Fondo con garanzie pubbliche che possa dare un contributo e garantire una super-rateizzazione delle bollette e magari arrivare a un vero e proprio contributo di solidarietà”.

Secondo Landini “serve un tetto e la revisione dei meccanismi di formazione dei prezzi. Serve poi uno strumento europeo per una nuova politica energetica e industriale. Contestualmente occorre realizzare gli investimenti sulle fonti rinnovabili e costruire in Italia le filiere produttive adeguate. È questo l’unico modo per superare la dipendenza dal gas”.

Al tempo stesso “dobbiamo superare le leggi sbagliate e abolire le tipologie di lavoro precario e sottopagato per introdurre un contratto unico di ingresso al lavoro con tutele e diritti uguali per tutti. E dobbiamo rendere stabile il lavoro precario che c’è oggi a partire dai settori come scuola e sanità fino al sistema degli appalti”.

Sul reddito di cittadinanza “l’idea che in un Paese con questo livello di povertà e di disagio sociale si cancelli il reddito è una follia, tanto più che la rendita finanziaria è tassata meno del lavoro e delle pensioni. Possiamo migliorarlo e fare un ragionamento più serio sulle politiche per il lavoro”, prosegue il segretario della Cgil.

Guardando alle imprese, “in questi anni le risorse sono state date, ora i soldi pubblici vanno condizionati alla difesa dell’occupazione e a nuove politiche industriali. Il rischio è che si vada in recessione, quindi anche le imprese devono svolgere una funzione di responsabilità sociale. I loro profitti, che non riguardano solo il settore dell’energia, vanno messi a disposizione della crescita del Paese. Tutti devono fare la loro parte”.

Infine, guardando al dibattito sul futuro del Pd “non mi intrometto nella discussione sulle formule politiche, ma penso che con un’astensione al 40% e un’articolazione del voto di chi lavora molto vasta, il punto vero – conclude Landini – è che si costruisca una cultura politica che riparta dal lavoro”.