Ex portuale Fabio Tuiach condannato a due anni per omofobia

Fabio Tuiach

Fabio Tuiach, ex portuale, ex pugile ed ex consigliere comunale di Forza Nuova e Lega, è stato condannato oggi a due anni di reclusione senza beneficio della pena sospesa dal giudice per le udienze preliminari di Trieste, per un post molto offensivo pubblicato sui social network russo VKontakte lo scorso febbraio riferito a un’aggressione subita da un attivista Lgbt di Trieste. Il pubblico ministero aveva chiesto 10 mesi, dunque la pena è stata più che raddoppiata. Lo hanno reso noto i Sentinelli di Milano.

Tuiach era stato rinviato a giudizio nel 2021 per diffamazione, con l’aggravante di aver commesso il fatto con finalità di discriminazione, odio etnico, nazionale, razziale o religioso. Parisi, che con l’avvocato Maria Genovese si era costituito parte civile, aveva presentato querela. Aveva sporto denuncia anche Luca Paladini per i Sentinelli che, con l’avvocata Paola Ponte, avevano sottolineato come il post fosse un incitamento all’odio sulla base dell’orientamento sessuale.

“Una sentenza eccezionale – ha commentato il presidente dell’Arcigay Trieste Andrea Tamaro – che punisce un esponente politico portato in consiglio comunale dalla Lega, il quale aveva offeso non solo Parisi, ma a più riprese, tutta la la comunità Lgbtqi. Ricordiamoci però che è una sentenza di primo grado – ha aggiunto – e che in Italia manca una legge che tuteli le persone Lgbtqi nei confronti di chi istighi all’odio e alla discriminazione contro di loro”. (ANSA).

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Il post di Fabio Tuiach – «Un esponente Lgbt è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei Paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’Est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da Paesi omofobi»,