“Turismo del welfare”, Germania: ‘ucraini prendono reddito di cittadinanza e tornano a casa’

rifugiati ucraini

Gli ucraini che hanno trovato rifugio in Germania dall’inizio della guerra starebbero facendo “turismo del welfare”, ossia si starebbero approfittando dei sussidi sociali tedeschi, prima cercando protezione nel Paese, poi riscuotendo reddito di cittadinanza e altri aiuti, e infine tornando in Ucraina. Un’accusa non nuova, già sollevata dall’Afd, l’estrema destra tedesca considerata filo-russa. Solo che adesso a rilanciarla è stato il leader ‘moderato’ dell’opposizione, Friedrich Merz, l’uomo che ha preso le redini dei democristiani di Germania dopo l’uscita dalle scene di Angela Merkel e il tonfo elettorale di Armin Laschet.

“Quello che stiamo vedendo è il turismo del welfare da parte di questi rifugiati che arrivano in Germania, poi vanno di nuovo in Ucraina, tornano in Germania, e di nuovo in Ucraina”, ha detto Merz in una intervista a Bild Tv, aggiungendo che “un gran numero” degli oltre 1,1 milioni di rifugiati ucraini registrati in Germania si stanno approfittando dello Stato. “Abbiamo un problema qui che sta peggiorando”, ha continuato, sostenendo che sia “ingiusto” per lo Stato pagare per riscaldare le case dei rifugiati in un momento in cui molti i tedeschi della classe operaia non possono permettersi le bollette dell’energia. “È ingiusto e la popolazione ha ragione a considerarlo ingiusto”, ha affermato.

Dopo queste dichiarazioni, Merz, il cui partito, la Cdu, è dato in testa ai sondaggi, è stato travolto dalle polemiche, in particolare dagli esponenti della maggioranza, che lo hanno accusato di diffondere fake news alla stregua di quanto stanno facendo i leader dell’estrema destra tedesca, l’Afd, altra forza politica che sta beneficiando nei sondaggi della rabbia sociale crescente nel Paese in seguito alla crisi energetica. Secondo l’Afd, partito che sta cercando di allargare i suoi consensi nell’Est della Germania, area più esposta economicamente ai contraccolpi della crisi del gas e dove vive una folta comunità russofona, i rifugiati ucraini starebbero ottenendo sussidi più alti di un pensionato medio tedesco.

Le dichiarazioni di Merz, come quelle dell’Afd, sono state smentite dai dati. La pensione media reale dei tedeschi con 35 anni di lavoro è di oltre 1.300 euro, mentre per rifugiati ucraini l’insieme dei sussidi non raggiunge i 1.000 euro. A differenza di altri richiedenti asilo, i circa 1 milione di ucraini (soprattutto anziani, donne e bambini) che hanno raggiunto la Germania con lo scoppio della guerra, hanno accesso al programma Hartz IV, una sorta di reddito di cittadinanza, a cui si aggiungono sussidi per alloggio, cibo, vestiti, igiene personale e accesso all’assicurazione sanitaria e all’assistenza a lungo termine. Le famiglie ucraine in Germania hanno anche diritto agli assegni familiari, agli assegni parentali e agli anticipi di mantenimento . Per bambini e ragazzi possono essere coperti anche i costi per le ripetizioni scolastiche o le lezioni di musica.

Una “generosità” che non piace a quel pezzo di Germania che non ha visto di buon occhio la rottura dei rapporti con la Russia. Merz, il cuo partito è stato finora in prima linea nel chiedere il pugno duro contro Vladimir Putin, sa bene che questo malcontento può favorire la crescita dell’estrema destra, e complicare la sua corsa alla cancelleria. Ma un conto sono i calcoli politici, un’altra la tragedia della guerra. “Fare polemica sulle spalle delle donne e dei bambini ucraini che sono fuggiti dalle bombe e dai carri armati di Putin è patetico”, ha detto il ministro dell’Interno Nancy Faeser. “Se le persone fanno i pendolari tra la Germania e l’Ucraina, a volte rischiando la vita, quello non è turismo del welfare. Forse è semplicemente la preoccupazione per i propri cari, un marito o un padre, o per il proprio Paese?”, ha sottolineato su Twitter il ministro della Giustizia, Marco Buschmann.

Travolto dalle polemiche, anche tra le fila dei moderati, Merz ha ritrattato le accuse ai rifugiati ucraini, esprimendo “rammarico” per aver usato l’espressione “turisti del welfare” e chiedendo scusa per il fatto che “la mia scelta di parole è stata percepita come offensiva”.  https://europa.today.it