“La soddisfazione di essere stato eletto cede allo sconforto per il risultato generale. Sicuramente speravo in qualcosa di diverso, in un’affermazione maggiore del Partito democratico. Ma l’Italia non si cambia in 5 anni. Rispettiamo la volontà degli elettori. Penso che a questo punto le forze progressiste debbano ragionare su come fare per riconquistare Comune dopo Comune, Regione dopo Regione. Le vere elezioni saranno fra 5 anni. Perché in Italia di fatto si cambia ogni 10 anni”. E’ la riflessione di Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, che all’Adnkronos Salute commenta l’esito delle elezioni che hanno visto l’affermazione di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.
Crisanti, candidato dal Pd come capolista al Senato nella circoscrizione Europa, è stato eletto. Quando le sezioni scrutinate erano 1.094 su 1.118, le preferenze conquistate dal virologo erano “sopra quota 33mila (33.075)”, riferisce. “Al Senato il Pd prende il 41,7%” nella ripartizione Europa. “La differenza che c’è tra i voti del Senato e i voti della Camera al Pd è di circa 10 punti percentuali. Io mi sono impegnato al massimo. Era la mia prima campagna elettorale e non era facilissimo. Mi creda, è stato un buon risultato”, assicura Crisanti.
Cosa succede ora? “Io ho tantissime idee e progetti – spiega – Sicuramente ho un impegno con gli italiani all’estero per cercare di risolvere una serie di problemi e su questo voglio lavorare intensamente. Non so nulla ancora di come gestirò da adesso in poi l’attività scientifica. Sicuramente ora privilegerò la parte dell’impegno politico, perché ho preso un impegno con gli elettori che intendo mantenere”, ribadisce. Niente rimpianti, quindi, per lo scienziato.
Il Pd poteva fare meglio? “Il Pd credo che in questo momento più che di un gioco al massacro abbia bisogno di riflettere”, replica Crisanti. Mentre sul nuovo Governo che si profila all’orizzonte, il microbiologo non si sbilancia: “Penso che chi va al Governo si prenderà la responsabilità e si sottometterà al giudizio dei cittadini. Io non entro nel gioco di dire: sono preoccupato, non sono preoccupato, oddio che succederà. Non penso sia utile né a noi come partito, né a noi come italiani. Da adesso in poi – conclude – si lavora a testa bassa”. ADNKRONOS