L’EUROPA È IN TRAPPOLA. Come uscirne? Il punto di vista di un militare

Europa in trappola
Immagine di copertina: Il M.llo Roberto Nuzzo, una vita spesa nelle Forze Armate italiane, nell’Aeronautica Militare. La sua notevole esperienza e conoscenza delle tecniche e strategie militari ne hanno fatto un ottimo analista dei fatti che stanno accadendo nel mondo. Incluso quanto sta accadendo in Ucraina, o a latere dell’Ucranina, o dietro l’Ucraina (foto fornita dall’intervistato).

Che l’Europa stia scivolando pericolosamente in un buco nero appare sempre più evidente e ad un crescente numero di persone. La crisi energetica ha toccato sul vivo tutti, imprese, famiglie, la sicurezza stessa di rimanere in piedi come nazione. E questo vale per tutta l’Europa, Germania inclusa

di Guido De Simonewww.planet360.info

Le conseguenze dell’embargo “inflitto” alla Russia sono un vero e proprio paradosso:

  1. La Russia non sta subendo gravi danni economici, come era stato assicurato da chi ha fortemente voluto tale atteggiamento. Al contrario, la Russia sta addirittura comprendo le cospicue spese della “Operazione Militare Speciale in Ucraina. Vende il petrolio e il gas ai paesi orientali o del Medioriente e ha una situazione economica che non è certo quella attesa, anche perché l’innalzamento dei prezzi delle risorse energetiche la favorisce.
  2. Le conseguenze, invece, le stanno pagando tutti i paesi europei che prima ricevevano il gas e il petrolio dalla Russia a prezzi irrisori, mentre ora stanno pagando le stesse risorse a prezzi di mercato, che si sono letteralmente impennati, in parte per via della paura di ogni paese di non avere quello che serve, specialmente nel periodo invernale, con la conseguente corsa spasmodica a trovare e accaparrarsi gas e petrolio, cosa che ha fatto aumentare istericamente la domanda. In parte a causa dei soliti speculatori, a partire dai fondi e dalle banche più attive in materia, che stanno guadagnando cifre astronomiche grazie alle variazioni dei prezzi che essi stessi, avendo grosse cifre da piazzare sul tavolo, hanno il potere di muovere verso l’alto o il basso. Ne risulta un’Europa con un costo energetico decuplicato. Idem per chi il gas e il petrolio lo ha acquistato dai russi a prezzi bassissimi ed ora, con la scusa del “prezzo del mercato” lo rivende agli utenti a prezzi enormi. E, se la popolazione dovrà risparmiare patendo un po’ di freddo, le aziende, che assorbono una grossa fetta del consumo energetico, sono costrette a chiusure temporanee o, in un crescente numero di casi, definitive. Con la conseguente perdita di posti di lavoro. Un disastro.

Quindi, più che una punizione dei russi, assomiglia sempre più ad un vero e proprio SUICIDIO dell’Europa… E non solo perché, se crolla l’Europa, su chi possono contare gli americani che sono già stati isolati da molto più della metà del mondo?

Ma… c’è qualcosa di sbagliato fin dall’inizio

tutto questo parte da quel presupposto: “la Russia è l’aggressore“. E se la verità fosse che invece “la Russia si sta difendendo“?
Non si tratta di inventare una verità artificiale. Qui si tratta di capire se quello che sta avvenendo, che assomiglia sempre più ad un SUICIDIO COLLETTIVO DELL’OCCIDENTE, A PARTIRE DALL’EUROPA.

Qui si tratta di capire se tutto ciò abbia un senso perché è fondato su di un presupposto vero e giusto… E, se anche il presupposto fosse in parte o del tutto realistico, non sarebbe altrettanto realistico affrontare l’altra parte della realtà? E cioè che senza un accordo con la Russia ci stiamo condannando a sparire come continente dai paesi del cosiddetto “primo mondo”. Letteralmente.

O affrontiamo la situazione con un atteggiamento da fanatici, servitori invasati di una ideologia, anche a costo dell’autolesionismo e perfino della nostra morte, economica di certo, ma forse anche di fatto… Oppure cominciamo a ragionare e troviamo una soluzione che garantisca una vera via di uscita che convenga a tutti.

Per cercare di capire una realtà così complessa, ci siamo rivolti ad alcuni specialisti nelle varie materie che concorrono a tale situazione.

L’intervista a Roberto Nuzzo

Roberto NuzzoAvviamo questo delicatissimo approfondimento chiedendo a Roberto Nuzzo, attento osservatore dei fatti italiani ed internazionali, grazie anche alla sua vita professionale fino a pochi mesi fa dedicata alle Forze Armate italiane (Aeronautica Militare).

M.llo Roberto Nuzzo, è fin troppo chiaro che i problemi energetici attuali in Italia e in Europa sono dovuti alla decisione di “punire” la Federazione Russa per aver iniziato operazioni militari in territorio ucraino. il presupposto di tutto, perciò, è che la Russia è un aggressore. Ma questa è la versione diffusa in Occidente, in tutto l’Occidente (Nord America, Europa, Australia, ecc.). In sostanza, non si è mai dato spazio e visibilità alle dichiarazioni da parte della Russia, se non per sminuirle come falsità. Quale è la realtà?

Anzitutto ringrazio per l’alta considerazione riguardo la mia persona, in secondo luogo, per rispondere alla domanda, ciò che stiamo vivendo dal mio punto di vista è una strategia politico-militare finalizzata al raggiungimento del pieno e totale controllo del mondo, sia dal punto di vista politico che militare ed economico. E per far questo, va da sé che è necessario individuare un nemico, criminalizzarlo per fare in modo che il pensiero comune del popolo si indirizzi verso quella direzione. Quindi, utilizzare le masse per raggiungere il fine. Senza il consenso dei popoli non si possono raggiungere quei risultati. Basti vedere ciò che è accaduto con la Libia, Iraq, Afghanistan, giusto per fare qualche esempio, ma senza trascurare l’Ucraina riguardo la strage di Maidan. Ragion per cui, una volta creato il nemico, aizzato il popolo poi il resto lo fanno i caccia militari e le bombe. Questa volta, però, il giochino non sta funzionando. Perché? Semplicemente perché per i popoli, parlo su scala globale, ma anche riguardo i governanti, non sono tutti d’accordo sulla strategia della criminalizzazione del “cattivone Putin” in quanto aggressore verso l’Ucraina, tantomeno sulla deriva dei costi degli idrocarburi. Nel primo caso, oramai lo sanno anche le pietre che il tutto ha avuto inizio nel 2014 nella piazza soprannominata EuroMaidan. Ma, se vogliamo dirla tutta, il vero inizio delle provocazioni verso la Russia sono iniziate all’indomani del crollo della UNIONE SOVIETICA, quando la NATO e le cancellerie europee hanno iniziato il piano di “proselitismo” per arruolare gli ex Paesi sovietici nella NATO. Detto questo, per poter ottenere i risultati prefissati la prima arma da utilizzare è la propaganda attraverso la disinformazione di massa: tv, giornali, social. Ed il gioco è fatto. Ha sempre funzionato, ma stavolta pare proprio di no, in quanto i popoli, strumento principe per la guerra, non si stanno prestando; almeno non per intero. E, progressivamente, tutti vengono a sapere la verità.

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Quindi, ritiene che l’Ucraina sia stata utilizzata come “esca” per stanare l’orso russo dalla tana e costringerlo a fare la mossa sbagliata, che giustificherebbe un attacco definitivo e in forze nei confronti della Russia e della sua popolazione?

La mia risposta è sì! Esattamente così! Come ho già esplicitato prima, l’azione della provocazione deve essere accettata dal popolo, altrimenti non può funzionare. E l’allargamento della NATO ad est, poi ciò che è accaduto nel Donbass (per otto anni persecuzioni è stragi) hanno costretto la Federazione Russa ad attuare un’operazione militare, che non è stata una dichiarazione di guerra.

L’impressione degli analisti indipendenti è che la Russia abbia deciso, quasi all’improvviso, l’inizio della cosiddetta “Operazione Militare Speciale” il 24 febbraio per via di quanto l’intelligence russa aveva scoperto e cioè che i laboratori segreti di biotecnologie (allora si pensava ancora che fossero solo 14, ma poi, sul campo, ne sono stati scoperti molti altri) stavano per passare ai fatti, avendo allestito i droni che potevano portare le fiale con virus letali su tutte le città russe, facendo una strage. Questa, pertanto, non sembra un atto da parte di un AGGRESSORE, bensì un atto di difesa necessario. Lei cosa ne pensa?

Riguardo i BIOLAB è stata una scoperta sconcertante che ha sbalordito il mondo, in effetti. Che senso ha tutta questa attività con virus e batteri? Ma poi, oltretutto, si è saputo che tali laboratori sono disseminati un po’ ovunque nel mondo, almeno laddove gli Stati Uniti hanno delle relazioni diplomatiche forti e solide. Per esempio, si registrano presenze di laboratori in Africa, in Sudamerica e qualcuno ritiene anche in Italia. A tal proposito si sospettano a Trieste e Firenze. Ma non ne sono sicuro. Però fanno pensare due elementi: Trieste, pochi mesi fa il Governo Draghi ha emanato un provvedimento con cui stanzia una somma ingente per una realtà che ha a che fare con la bioingegneria (peraltro apponendo il segreto di Stato), mentre per Firenze ha fatto scalpore la recente visita di Fauci. Mi fermo qui.

Fermo restando che la maggioranza della popolazione ucraina è impossibilitata a fare qualcosa ma subisce il “bullismo” di forze di ispirazione nazista e che perciò è altrettanto vittima della situazione, le informazioni trapelate fanno risalire ai primi anni dopo l’inizio del nuovo millennio l’inizio della propaganda e della diffusione di temi di orgoglio nazional-patriottico, che poi si sono trasformate in valori nazionalisti e infine in vero e proprio Nazionalsocialismo, detto in sintesi “NAZISMO”, alcuni fatti lo dimostrano, dalla strage di Odessa (2014), o l’attentato alla Dugina in terra Russa (2022), preparato e realizzato da agenti ucraini sotto copertura. Non dimenticando i finti profughi che sono arrivati in varie nazioni europee e stanno cercando di “convincere” (con minacce alle rispettive famiglie in patria) gli ucraini lì già residenti affinché li aiutino ad individuare tutti i russi lì residenti (2022). Tutti atti che fanno temere che l’obiettivo sia di infettare con un “neo-nazismo” l’intera Europa. Qual’è la sua opinione in merito?

Be’, la presenza di milizie neofasciste in Ucraina non sono mai state un mistero, tant’è che talvolta si è sentito dire sui media del nostro mainstream frasi del tipo: «Ma in fondo sono nazisti buoni!». Non credevo che esistessero nazisti buoni. La storia mi ha insegnato altro. Ma, al di là dell’ironia, l’intervento della Federazione Russa ha proprio come primo obiettivo quello di denazificare. E credo che ci sia un bel po’ di lavoro da fare. Ed i fatti ce lo stanno dimostrando. Ad esempio: che senso ha tentare di far esplodere una centrale nucleare? Mi riferisco, ovviamente, proprio a Zaporozhye, dove peraltro abbiamo saputo delle vicende connesse alla visita ispettiva della AIEA, guidata da Rafael Grossi, il giorno 1 settembre. Per me tutto ciò ha a che fare con l’ideologia nazista: cagionare del male ad ogni costo per motivare l’intervento coercitivo.

Quanto all’omicidio della Dugina, è necessario attendere i risultati delle indagini sul gravissimo attentato che è costato la vita alla giovane ricercatrice, figlia del noto filosofo russo Alexandr Dugin. Ma si tratta comunque di un fatto gravissimo, che dimostra che c’è la volontà di portare lo scontro oltre i confini ucraini. Perciò, l’Europa dovrebbe essere molto guardinga a tal proposito.

Perciò, ritiene che sia perfino un grave errore strategico dare armi letali a persone che hanno tale mentalità pericolosa?

Ovvio! Partiamo dal concetto che non esistono armi non letali. Un’arma è letale per definizione, il punto è il fine per il quale si intende usare l’arma. Ed i militari russi stanno dando lezione in questo senso: sono più che armati, ma le popolazioni locali non li temono  perché è il loro comportamento che parla per loro. Altrimenti non si spiegherebbe come mai ovunque vadano, nei villaggi ucraini, sono acclamati.

Dalle informazioni che lei ha raccolto, al momento l’Esercito Ucraino è composto da quali forze? E con quali armi significative?

Secondo fonti internazionali, ma lo ha affermato anche ANALISI DIFESA (rivista italiana molto seria) la forza ucraina si attestava sui 200 mila regolari, a cui sono da aggiungere i contractors (n.d.r.: mercenari) e militari della NATO (ma esigue unità, prevalentemente si alto rango gerarchico). Mi risulta che le perdite, in termini di vite umane, per l’Ucraina siano sui 100mila, mentre per la parte russa sono 12mila vittime.
In merito agli armamenti non ho un quadro esatto, in quanto l’arsenale dell’Ucraina è alimentato da USA (in massima parte), ITALIA, SPAGNA, FRANCIA, GERMANIA e UK.

Come lei accennava, si stanno verificando continui tentativi di attacco da parte delle forze pro-governo ucraino alla Centrale Nucleare di Zaporižžja (Zaporozhzhiia), presa e controllata dai russi che, come hanno dichiarato, stanno garantendo alla popolazione ucraina l’energia necessaria. Eppure, è quasi paradossale questo tentativo da parte ucraina di creare “l’incidente” a tutti i costi, in modi che non è un’esagerazione definire suicidi, considerando che, se esplodesse, il disastro nucleare e la nube radioattiva riguarderebbe tutta l’Ucraina e (il precedente di Chernobyl dovrebbe far riflettere) anche l’intera Europa e tutta l’area intorno al Mar Nero e il quadrante orientale, visto che le correnti atmosferiche non si possono fermare (è la rotazione terrestre a determinare la tendenza delle correnti verso est, ma la rotazione circolatoria determina anche un ritorno verso ovest anche di migliaia di chilometri).
Quindi, a cosa stiamo assistendo da parte ucraina? Ad un’operazione militare che ha un senso, o ad un’azione da fanatici el limite del suicida? Perché quest’ultima versione avvalora ancor più la versione della pericolosità dell’attuale governo ucraino e dei suoi valori neo-nazisti.

Guardi, ciò che mi sento di dire è che una cosa così assurda non l’avremmo mai vista neanche in un film, in quanto è così surreale che nessun regista avrebbe mai concepito e poi girato qualcosa di simile. Ma, purtroppo, è realtà!
Ed è sbalorditivo assistere a tutto questo, peraltro volendolo addebitare alle forze militari russe! La missione della AIEA (Associazione Internazionale per Energia Atomica), ha iniziato la sua missione avviandosi verso il sito della centrale. Ma, lungo il suo tragitto di avvicinamento, la missione degli ispettori ha rischiato di cadere vittima di un commando di miliziani ucraini, per farli loro ostaggi, in quanto essi volevano, secondo il loro piano, farsi scudo degli ispettori per poi impossessarsi della centrale. Tale piano fu sventato dalle truppe speciali russe, le quali li stavano aspettando. Non è forse follia tutto questo? Per quale fine? Ovviamente, non far raccogliere le prove che avrebbero trovato sul posto, poiché i missili utilizzati erano palesemente di provenienza occidentale. Ma l’aspetto stucchevole, tuttavia, è stato il silenzio degli ispettori.
Dal mio punto di vista, il tentativo di ottenere l’esplosione della centrale nucleare di Zaporozhye è quella di cercare di guadagnare terreno nella confusione. Ovviamente, frutto di menti malate in preda al panico per la sconfitta militare.
Per chiudere, a ZAPOROZHYE, KHERSON, LUHANSK, DONETSK, dal 23 al 27 settembre sarà tenuto un referendum in merito all’ipotesi di unirsi alla Russia e, in alcuni casi, perfino di essere entità indipendenti. Quanto meno, chiediamoci perché questi popoli vogliono fuggire dalla loro attuale giurisdizione geografica e politica e molti di essi voglio abbracciare la Russia come loro patria.

Ci sono stati proprio negli scorsi giorni dei primi episodi di razzi lanciati su villaggi russi dal territorio ucraino vicino al confine. Il Presidente russo, Vladimir Putin, ha appena annunciato che sono richiamati i riservisti, circa 300.000 uomini e donne, che entrano in gioco per “PROTEGGERE” il territorio russo e i territori del Donbass liberato. Qual’è la strategia in vista, secondo lei? Gli ucraini (e, in realtà, la NATO) stanno cercando di trasferire la guerra in territorio russo? Siamo arrivati ad un vero e proprio attacco alla Russia?

In merito al decreto di richiamo dei quadri riservisti, mi è parso di poter apprendere che essi saranno impiegati nelle retrovie con l’obiettivo di mantenere in sicurezza i territori liberati.
Oltre al mantenimento dei territori liberati, credo che l’iniziativa della mobilitazione sia anche legata al fatto che il fronte è lungo circa 1.300 km e 120mila unità non sono sufficienti per assolvere a tutti i compiti. Ragion per cui, i riservisti alleggeriranno le truppe regolari, le quali hanno il compito primario di affrontare il conflitto. Infatti, la disfatta di Kharkiv è dovuta proprio a questo: aver dovuto sguarnire alcuni punti del fronte che erano stati considerati sicuri. In questo modo la Russia potrà potenziare tutto il fronte e, nello stesso tempo, provvedere ai ricambi con turni per consentire il riposo psicofisico.
Riguardo la parte finale della domanda, l’attacco nel territorio russo: all’indomani del referendum, di cui ho già parlato, qualora dovesse vincere il “SI “all’adesione alla Russia i territori suddetti saranno a tutti gli effetti territori russi. A quel punto gli scenari possono cambiare drasticamente.
A tal riguardo, Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha già reso noto che non riconoscerà il referendum. Di pari passo Sholtz e Macron. I presagi non sono buoni, se aggiungiamo che giusto oggi (22 settembre) Biden, intervenendo in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha detto che l’impostazione dell’ONU va cambiata in quanto non gli sta bene il Consiglio di sicurezza per come è strutturato… E si riferisce al diritto di veto dei cinque Paesi permanenti: Cina, Russia, USA, UK e Francia.

Cosa potrebbero fare i popoli europei? Perché ci sembra sempre più evidente che c’è una quasi totale incoerenza tra ciò che vogliono i popoli e le élite al comando, le quali sembrano sempre più succubi di quanto deciso oltre atlantico. Pure i settori industriali e del commercio, subendo le conseguenze del prezzo dell’energia schizzato in alto anche di dieci volte, stanno facendo sempre più pressione sui rispettivi governi. E forse stanno vedendosi i primi cedimenti in quella che veniva presentata come una “granitica posizione atlantista dell’Occidente, unito più che mai contro il nemico russo”. Ritiene che ci possa essere un modo per i popoli per obbligare chi è al governo a levarsi dalla ormai evidente trappola mortale in cui tutta l’Europa sembra votata al suicidio?

Ritengo che i popoli hanno un grande potere per influenzare le scelte politiche. È ovvio che il silenzio verrebbe inteso come silenzio-assenso.

Quindi, facendo sintesi di quanto abbiamo approfondito, se decade il presupposto che “la Russia è l’AGGRESSORE”, decadono anche le sanzioni e l’embargo. Ma è altrettanto infondata la motivazione della fornitura di armi o di aiuti finanziari all’Ucraina, almeno fintanto che è in mano a un governo senza scrupoli che usa l’Ucraina e il suo popolo come un’arma contro la Russia, a discapito della popolazione ucraina stessa. Ciò vorrebbe dire il ritorno a rapporti normali con la Russia e perciò al ritorno alla fornitura di gas e petrolio a prezzi molto bassi. Vuole aggiungere delle sue considerazioni in merito?

In tutto questo, è da stigmatizzare la fuga del documento segreto apparentemente redatto dalla RAND CORPORATION (n.d.r.: poche ore fa la RAND Corporation ha smentito che sia un loro documento, ma i fatti citati sono tutti reali. A fondo pagina, ve ne alleghiamo una copia, e i relativi annunci, ottenuti tramite il sito web del giornale svedese Nuovo Dagbladet), il quale fa la radiografia esatta in merito a quanto anzidetto. Cioè, la strategia di manipolazione delle masse per raggiungere i propri fini. In questo caso, il documento traccia il percorso per arrivare alla distruzione della economia europea per rendere il Vecchio Continente debole e succube, controllabile. Il tutto semplicemente utilizzando il pretesto del nemico creato ad-hoc: la Russia. Che nostro nemico non è.