La mobilitazione dichiarata da Putin riguarderà almeno 300mila giovani, ma non ne faranno parte alcune categorie come gli universitari. “Stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale – ha detto Putin in nel discorso in tv in cui annunciava la misura – Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione“.
Dunque, al momento si tratterebbe di personale già addestrato o che in passato è già stato nell’esercito e secondo le indiscrezioni, sotto i 26 anni. Il potenziale che l’esercito russo può mettere in campo però è decisamente maggiore, almeno secondo quanto riportano le fonti ufficiali del Cremlino: a detta del ministro della Difesa Shoigu le forze disponibili arriverebbero a 25 milioni di effettivi.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Tass, citando il ministero della difesa, saranno i comandi militari regionali a compilare gli elenchi dei riservisti da mandare al fronte. Ogni soldato riceve attualmente un compenso mensile di circa 30mila rubli, pari a circa 460 euro, uno stipendio lievemente più basso se confrontato con la media dei salari russi: un guadagno sufficiente per chi vive nelle zone rurali del paese, ma inadeguato per i giovani delle grandi città.
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Il richiamo alla leva era stato programmato da tempo come dimostra la notizia che le notifiche ai 300.000 sono andate in consegna nella stessa giornata di oggi con capillare distribuzione.
I richiamati devono presentarsi domani mattina tra le 5 e le 7 del mattino.— Angelo Gambella (@agambella) September 21, 2022
Cosa succede a chi diserta
Il Ministero degli Interni russo ha previsto delle misure di contrasto alle diserzioni e pene severe per chi proverà a non rispondere alla mobilitazione. Sono state inaspriti tutti i provvedimenti per chi viene meno gli obblighi miliari: renitenti alla leva, casi di insubordinazione. Chi viola queste norme adesso rischia fino a 15 anni di carcere. In più, il presidente della commissione difesa della Duma, Andrey Kartapolov ha chiarito che i riservisti da oggi non possono lasciare la loro residenza senza il permesso dei commissariati militari. tratto da www.today.it