Rai, “insulti contro il centrodestra da 1000 euro a puntata”

Damilano Rai

Proteste di Fratelli d’Italia e Lega all’indomani della messa in onda su Rai3 della striscia curata da Marco Damilano, ‘Il cavallo e la torre’. Da Meloni – che tuona per le parole dello scrittore e filosofo francese Bernard-Henri Lévy, ospite del giornalista – a Salvini che parla di “comizio da 1000 euro a puntata”, i leader e gli esponenti di partito lamentano una violazione della par condicio da parte della rete del servizio pubblico.

“Il servizio pubblico italiano ospita (o paga? La domanda è ufficiale) uno scrittore francese – noto qui per aver difeso il pluriomicida terrorista comunista Cesare Battisti dall’ipotesi di estradizione – per spiegarci in due minuti l’idea di democrazia della sinistra e per paragonare un’Italia a guida centrodestra ai peggiori regimi. Consiglio di ascoltarlo, è illuminante. Se invece non vi va, sintetizzo in poche parole: se gli italiani – votando – scelgono Fratelli d’Italia o la Lega non vanno rispettati. Sipario”, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

“Quanto accaduto ieri sera su Raitre durante la trasmissione condotta da Marco Damilano è un grave sfregio nei confronti del pluralismo e della democrazia e per questo non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo soprassedere. Non solo è stata palesemente violata la par condicio attraverso continui e reiterati attacchi – senza contraddittorio – verso il centrodestra, attacchi per altro perpetrati a cinque giorni dal voto da parte di un intellettuale francese già noto per le sue inaccettabili posizioni in favore del criminale terrorista rosso Cesare Battisti”. Lo dichiara il capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida.

“Ma ancora più grave è la natura dei commenti veicolati attraverso la tv di Stato. Sostenere che la volontà degli elettori non sempre va rispettata rappresenta un oltraggio verso milioni di cittadini italiani e un vulnus inferto alla democrazia rappresentativa. Di più: un messaggio pericoloso che se ignorato, o peggio ancora tollerato, scardina i principi basilari su cui si fonda la nostra Costituzione. Chiederemo conto a ogni livello di quanto accaduto interessando direttamente tutti gli organi istituzionali preposti. Una aggressione mediatica come quella andata in onda ieri sera in un rete del servizio pubblico, grave sia nella modalità sia nei contenuti, non può passare sotto silenzio”, conclude Lollobrigida.

Bernard-Henri Lévy, ospite della striscia di Marco Damilano sulla Rai, ha affermato che il voto popolare non è rispettabile se dato a forze o candidati antidemocratici. Oltre che una palese violazione della par condicio, considerata la mancanza di un contraddittorio a fronte di gravissimi attacchi alla coalizione di centrodestra, l’intervento di Lévy è inaccettabile perché rappresenta un attacco al concetto di democrazia e di rappresentanza che – appunto – proprio attraverso il voto si esprime; inoltre è un palese tentativo di condizionamento del voto a 5 giorni dalle elezioni, sulla base di un teorema sempre frutto della sua ‘filosofia’”, dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Isabella Rauti, vicecapogruppo vicario di FdI.

“Nel complesso l’intervento del filosofo francese è un fatto inaudito rispetto al quale ritengo che i vertici Rai debbano intervenire e chiedere conto al conduttore Damilano del suo operato. Il centrodestra – aggiunge – non ha bisogno di patenti di democrazia, in questa campagna elettorale gli italiani hanno potuto già ben constatare da che parte stiano i seminatori di odio“.

“Ieri su Rai 3 c’è stato un comizio di Damilano, pagato mille euro a puntata, contro la Lega. Vi sembra normale in un servizio pubblico percepire mille euro a puntata? Un operaio li vede in un mese, non in dieci minuti la sera su Rai3. E’ normale che lo paghino gli italiani? I comizi se li paga chi fa i comizi”, ha detto Matteo Salvini, stamane opite di ‘Radio Anch’io’.

La violazione della par condicio da parte di alcuni programmi Rai contro il centrodestra è ormai una prassi consolidata, quello di Damilano è solo l’ultimo di una serie di casi. E’ inaccettabile che si continui a gettare fango sul centrodestra in sfregio a qualsiasi regola deontologica di equilibrio e soprattutto a spese degli italiani, attraverso quel canone Rai che Renzi ha messo nelle bollette”. Così Giorgio Maria Bergesio, senatore della Lega, componente della commissione Vigilanza Rai e candidato a Palazzo Madama.

“La Lega vuole una tv di Stato più efficiente: basta sprechi e mancette agli amici degli amici, stop al vergognoso doppiopesismo che contrasta il centrodestra per favorire l’immagine di altri. Serve un profondo rinnovamento del servizio pubblico, auspichiamo che anche gli alleati saranno al nostro fianco in questa battaglia di rispetto per l’equilibrio e le idee politiche di tutti”, aggiunge.

“Alla faccia della par condicio, ieri sera nella striscia quotidiana di Damilano su Rai3 sono state ripetutamente violate le più elementari regole dell’equilibrio e del pluralismo. Insulti gratuiti a Matteo Salvini e alla Lega, nessun contraddittorio. Indegno per una democrazia che si rispetti. E per tutto questo, la Rai spende pure 200mila euro l’anno – soldi degli italiani – per il compenso di Damilano, per mandarlo in televisione ad attaccare la Lega. Chiediamo le dimissioni dell’Ad Carlo Fuortes e l’avvio di una riflessione profonda sulla Tv di Stato: più efficienza e taglio degli sprechi”. Lo dichiara la deputata della Lega Elena Maccanti, membro della commissione di Vigilanza Rai.

“Insulti, nessun confronto, dieci minuti di invettiva verso Salvini, la Lega e il centrodestra, pagata con i contributi di tutti gli italiani: la Rai, con la puntata di ieri del programma di Damilano, ha stracciato ogni forma di equilibrio. Una tirata velenosa per gettare fango, inaccettabile da parte di una azienda del servizio pubblico. La Tv di Stato deve essere altro, efficiente, pluralista, rispettosa. Non quella che abbiamo dovuto vedere ieri”. Lo dichiara il vicesegretario e deputato della Lega, Andrea Crippa.  ADNKRONOS