Roma, 19 set. (askanews) – Fiato sospeso nei palazzi della politica sulla possibilità di dover far slittare le elezioni politiche di domenica prossima per la decisione a ore, massimo giorni, del Tribunale Civile di Milano sul ricorso con cui Marco Cappato chiede in via cautelare la riammissione d’urgenza della sua lista “Referendum e democrazia con Cappato” alle elezioni di domenica prossima 25 settembre, da cui era stata esclusa a causa delle firme digitali e non autografe manuali raccolte a suo sostegno.
Oggi il giudice del Tribunale civile di Milano dove Cappato, tramite l’avvocato Giovanni Guzzetta aveva depositato il ricorso il 2 settembre, si è riservato facendo sapere che la decisione arriverà comunque prima di domenica. In tempo cioè per bloccare lo svolgimento delle elezioni senza la lista Cappato, ove la richiesta di riammissione venisse accolta. Una notizia che ha mandato in fibrillazione i giuristi del Governo non vedendosi allo stato alternative al rinvio delle elezioni in caso di accoglimento del ricorso di Cappato.
D’altra parte era stato lo stesso Governo nella memoria con cui il 16 settembre si è costituito per resistere al ricorso giudiziale di Cappato ad ammonire nero su bianco che un’eventuale riammissione d’urgenza della lista “imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni già convocate”. “Si è tenuta l’udienza contro l’esclusione della mia Lista “Referendum e Democrazia con Cappato” dalle elezioni e per il riconoscimento della firma digitale. Siamo in attesa della sentenza. Ancora non c’è una decisione. Se il diritto sarà rispettato dovranno spostare le elezioni“, ha annunciato oggi Cappato.
“A ore – ha fatto eco Marco Rizzo, promotore e candidato di Azione Popolare, lista neocomunista sostenuta anche da Antonio Ingroia – il responso del giudice sul ricorso per la presentazione delle firme online. Se il ricorso di Cappato fosse accettato, la data delle elezioni slitterebbe di almeno una ventina di giorni in avanti. A questo punto uno spettro si aggirerebbe tra tutti i partiti amici di Draghi”.