La Francia è da sempre il parente ricco in materia energetica, è un forte importatore di energia grazie alle tante centrali nucleari che producono sul territorio. Dopo il fermo di 32 dei 56 reattori nucleari nazionali, sottoposti a controlli e manutenzioni che si prevede dimezzino la produzione, da Parigi è arrivata una comunicazione all’Italia.
Lo scenario, scrive la Repubblica, sarebbe contenuto in una comunicazione diramata da Edf, colosso dell’energia francese, ai gestori della rete italiana, fino al Ministero della Transazione ecologica. Fonti del Mite fanno sapere che “la comunicazione è stata ricevuta” e che “il problema era già noto da mesi”. I fornitori francesi avrebbero prospettato uno stop biennale al dispacciamento di energia, con tutte le conseguenze sulla stabilità della rete e sul mix degli approvvigionamenti, che andrà rivisto. Il gruppo di controllo attivo tra esponenti del Mite e di Terna, gestore della rete di alta tensione italiana, potrebbe cercare tra le pieghe delle recenti iniziative di risparmio e aumento delle importazioni di gas le risorse per fare fronte all’eventualità.
Un trattamento ben diverso da quello più solidaristico che Parigi si è impegnata a mantenere con Berlino: “Stiamo per finalizzare gli allacciamenti per poter consegnare gas alla Germania se c’è bisogno di solidarietà – ha commentato un raggiante Emmanuel Macron -. E la Germania si metterà in condizione di produrre più elettricità e fornirla ai francesi in caso di situazioni di picco della domanda”.
Potrebbero esserci ricadute anche sul gas naturale, la materia prima con cui si produce oltre metà dell’energia elettrica italiana: nel senso che ne servirà di più, o peggio servirà più carbone, per pompare sulle centrali termoelettriche chiamate a colmare il deficit francese. Dietro le quinte si teme, tra l’altro, che anche Svizzera, Austria e Slovenia, i Paesi da cui arriva la parte “non francese” dei 43 Twh di energia importati l’anno scorso, possano privilegiare nella crisi le forniture nazionali. Tra l’altro la Svizzera (da cui passa anche elettricità prodotta in Francia) e l’Austria hanno seri problemi finanziari con i loro venditori pubblici di energia, sussidiati con liquidità per una decina di miliardi di euro. In base ai dati mensili diffusi da Terna, la diminuzione delle vendite estere all’Italia potrebbe essere, peraltro, già in atto: i consumi di agosto hanno visto l’import subire un taglio del 21%. www.huffingtonpost.it