La stagione fredda si avvicina e il governo sembra avere le idee chiare su come affrontare i primi freddi alla luce del caro gas: il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani avrebbe già pronto un piano, che la settimana prossima potrebbe essere portato all’attenzione del governo e poi approvato sotto forma di decreto.
Da ottobre i termosifoni dovranno essere abbassati di un grado in tutti gli edifici pubblici, ma anche nelle abitazioni private. Si passerà da 20 gradi a 19, obbligatoriamente, mentre si cerca di riempire gli stoccaggi al massimo, cercando di giungere al 90% delle riserve, che vorrebbe dire maggiore tranquillità in vista dell’inverno
La domanda a questo punto sorge spontanea: cosa rischia chi non decide di abbassare il proprio termosifone a 19 gradi? Chi controllerà che tutti rispettino le regole? Il piano di Cingolani non è ancora definitivo ma, si ipotizza, saranno soprattutto gli edifici pubblici, come scuole e uffici, a essere messi sotto attenzione. Gli uffici pubblici però non saranno i soli: anche i privati dovranno rispettare la regola, sia sui luoghi di lavoro che nelle abitazioni private. Lì però si pone un grosso problema: come fare a controllare che nelle case degli Italiani venga rispettata la regola?
I controlli verranno effettuati soprattutto nelle case che hanno un riscaldamento centralizzato, dove spetterà agli amministratori di condominio monitorare la temperatura, mentre per chi ce l’ha autonomo non sarà possibile controllare. In ogni caso i controlli saranno a campione, nelle abitazioni private, così come negli altri tipi di edifici, e comunque il governo ha già pronti una serie di spot e campagne di sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico
MULTE E SANZIONI- Il piano di Cingolani non ha previsto alcuna multa per chi non rispetta le regole ma allo studio del governo c’è la possibilità che un qualche tipo di sanzione venga aggiunto. https://tg24.sky.it/economia