Mostra Venezia, Rita Dalla Chiesa: “Fiction su mio padre bloccata e al Lido si fa campagna elettorale”

Rita dalla Chiesa

(Adnkronos – Ilaria Floris) La scelta di presentare alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia un documentario sulla ‘Marcia di Roma’, a 20 giorni dal voto in Italia, “è stata di pessimo gusto. Sicuramente ci sono stati due pesi e due misure. Io mi ero rassegnata al blocco per l’uscita della fiction su mio padre perché c’era una legge, e io sto attenta alle regole, ma poi vedere che al Festival di Venezia permettono la presentazione di un documentario come ‘Marcia su Roma’ lo trovo come minimo poco equo”. E’ lo sfogo di Rita Dalla Chiesa che, all’Adnkronos, affida le sue considerazioni alla luce delle polemiche sulla presentazione, alle Giornate degli Autori, del docufilm ‘Marcia su Roma’ del regista irlandese Mark Cousins, che ha espresso forti preoccupazioni su una possibile vittoria del centrodestra alle prossime elezioni.

“Potrei dire di più ma ho rispetto per una campagna elettorale che deve andare avanti in modo civile, me lo sono imposto -affonda la Dalla Chiesa- Non mi permetto di giudicare le scelte delle Giornate degli Autori della Mostra ma credo che sia stato uno sbaglio. Un conto è una fiction su un pezzo di storia della nostra vita, di storia italiana, un conto questo documentario. Mi sono resa conto anche io dell’enormità del paradosso”.

Rita Dalla Chiesa racconta

La figlia del generale Dalla Chiesa, che è candidata alle prossime elezioni con Forza Italia, racconta poi un eloquente episodio: “Io oggi ero ad una cerimonia in onore di mio padre. Sono talmente ancora sotto scacco delle persone che mi stanno macellando ogni centimetro della carne, del cuore, del cervello, criticando la mia scelta di scendere in politica, che quando mi hanno chiamato sul palco per consegnarmi il riconoscimento avevo perfino paura di salire a prendermi questo fumetto, e ho detto a mia sorella ‘vai tu’. Questa cosa però deve finire”. Rita Dalla Chiesa conclude con una riflessione: “Forse le ribellioni prima o poi arrivano dalle persone, se vedono una campagna elettorale che non viene portata avanti in modo equo, giusto, civile. Ci sono stati troppi sbagli”.