La Germania ha intenzione di posticipare la chiusura delle ultime tre centrali nucleari, prevista il 31 dicembre. A orientare la decisione, il timore di una possibile mancanza di energia nel corso del prossimo inverno a causa della riduzione delle forniture di gas da parte della Russia. Anche se temporanea, la decisione segnerebbe una prima retromarcia da una politica iniziata nei primi anni 2000 per eliminare l’energia nucleare nel Paese. La decisione deve ancora essere approvata formalmente dal governo del cancelliere Olaf Scholz e avrà probabilmente bisogno di un voto favorevole in parlamento.
Nel frattempo la fame di energia ha portato la Germania a far ripartire dal primo di ottobre tre impianti a carbone, centrali ad alto impatto ambientale pari a più di cento reattori nucleari quanto ad emissioni equivalenti di anidride carbonica (Lignite 1 kg per ogni kWh contro i 5 grammi per kWh del nucleare) senza considerare gli inquinanti e le montagne di ceneri tossiche prodotte dalla lignite. Ora la Germania ha in funzione quasi 20 GW di carbone nonostante i 140 GW di rinnovabili installati e gli ultimi 3 GW di nucleare che vanno al massimo della potenza.
Quello che è certo è che il modello energetico tedesco ha fallito e non siamo noi a dirlo, ma il Governo tedesco che ha annunciato un sovrapprezzo in bolletta di 2,4 centesimi al kWh a partire da ottobre come “medicina amara senza alternative”.
Secondo un report di S&P’s la Germania sta già intaccando le riserve negli stoccaggi e resterebbero riserve solo per due mesi e mezzo. C’è da scommettere che dopo le vacanze l’emergenza energia sarà in testa all’agenda europea. Come dimostrano, negli ultimi giorni, gli appelli a costruire in tutta fretta un nuovo gasdotto dalla penisola iberica alla Francia per sfruttare i 6 rigassificatori di Spagna e Portogallo. https://www.today.it