Per il Pd è stato un Ferragosto caldo, ma non tanto (e non solo) per il caldo estivo: la direzione convocata per scegliere i candidati alle elezioni si è chiusa intorno a mezzanotte dopo una serie di rinvii e polemiche. Alla fine, è arrivato il via libera (con 3 contrari e 5 astenuti) ai nomi portati sul tavolo dal segretario Enrico Letta. Tra le novità, i quattro capilista under 35 e il virologo Andrea Crisanti. C’è poi la conferma di Carlo Cottarelli a Milano. Ma nonostante l’ok della direzione, l’ambiente in casa dem resta agitato.
Monica Cirinnà, senatrice paladina delle rivendicazioni Lgbt, ha contestato la scelta del partito di candidarla in un collegio ritenuto a rischio: “La mia avventura parlamentare finisce qui – ha detto uscendo dal Nazareno – Comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori”. Secondo Cirinnà, il suo gesto non sarà isolato: “Credo che anche altri rinunceranno”.
Ma le polemiche in casa dem riguardano anche i posti in quelle che sono considerate roccaforti Pd: è il caso di Pier Ferdinando Casini, che potrebbe essere schierato a Bologna, cosa che sta facendo alzare il sopracciglio (per usare un eufemismo) a molti esponenti della sinistra storica del capoluogo emiliano. www.today.it