Governo, Draghi ai ministri: “rimettiamoci al lavoro”

Mario Draghi

“Dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà”. Così il premier Mario Draghi ai ministri, aprendo il Consiglio dei ministri.

“L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Lo avete dimostrato giorno dopo giorno in questi mesi di Governo. Ora dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell’attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato”.

“Voglio ringraziare prima di tutto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la fiducia accordatami e per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi. Voglio poi ringraziare voi tutti, per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi”.

“Porterò con me un ricordo molto bello di queste riunioni, degli scambi che ho avuto individualmente con voi. Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro“.

“Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, nel solco del mandato del Presidente della Repubblica, al servizio di tutti i cittadini. L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Lo avete dimostrato giorno dopo giorno in questi mesi di Governo”.

L’agenda Draghi fino all’autunno

Il nuovo decreto aiuti, per continuare a proteggere famiglie e imprese dalla corsa dell’inflazione e dai rincari di benzina e bollette amplificati dalla guerra in Ucraina. Ma anche l’evoluzione del conflitto, che potrebbe portare alla necessità di nuovi invii di armi a Kiev. Sono ancora molte per il presidente del Consiglio Mario Draghi e per il suo governo dimissionario le “cose da fare”. Tra gli appuntamenti in agenda anche i summit internazionali già fissati, dall’annuale assemblea dell’Onu, a settembre, al Consiglio europeo di fine ottobre. Anche se a questo appuntamento e, a maggior ragione, al G20 di metà novembre, potrebbe partecipare il nuovo premier.

Evitare il rischio di perdere i fondi europei, di fatto, sarà il primo impegno del governo in uscita, anche se, appunto, il primo atto a cui è chiamato è una direttiva che circoscriva gli ambiti per gli “affari correnti”.

In manovra il premier aveva assicurato che sarebbe arrivato poi un nuovo taglio del cuneo: con ogni probabilità la stesura della legge di bilancio sarà lasciata al prossimo governo. A settembre, invece, l’appuntamento sarà con la Nadef che aggiornerà il quadro macro-economico ma senza dare indicazioni delle nuove politiche: il documento potrebbe non avere il quadro programmatico, ma solo quello tendenziale a legislazione vigente. Il lavoro più intenso, che coinvolgerà tutti i ministeri, sarà però quello legato all’attuazione del Pnrr: per assicurarsi anche la prossima tranche da 19 miliardi andranno infatti approvati i decreti attuativi della riforma della giustizia civile, penale e tributaria (se verrà chiusa in Parlamento),quelli che rivedono il codice degli appalti e, dopo il via libera che si otterrà grazie allo stralcio delle norme sui taxi, anche quelli del ddl sulla concorrenza.

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