Guardian “l’uscita di Draghi è una cattiva notizia per Italia”

Mario Draghi flussi legali

“Nel contesto di una crisi economica e geopolitica che potrebbe raggiungere il picco quest’inverno, la partenza anticipata di Draghi sarebbe una cattiva notizia per l’Italia e per l’Europa”. E’ quanto si legge oggi in un editoriale del Guardin, secondo cui il presidente del Consiglio “per ora dovrebbe restare” al suo posto. “Da quasi un anno e mezzo, la politica italiana è stata caratterizzata da un grado di stabilità e consenso del tutto insolito”, spiega il giornale britannico.

“Durante la premiership di Mario Draghi, il paese ha attraversato il peggio della pandemia di Covid e ha rivendicato con successo un’ampia tranche di fondi dall’Ue. Gran parte del merito di questo è andato giustamente all’ex capo della Banca centrale europea, che è stato paracadutato nel ruolo di primo ministro per riportare l’ordine nel caos, in seguito al crollo vergognoso del precedente governo”, si sottolinea.

Secondo il Guardian, Draghi “ha presieduto con competenza un governo di unità nazionale ad ampio raggio creato per far fronte a un’emergenza”; ma sebbene non sia il primo economista non eletto a guidare il Paese, l’Italia è una democrazia, “non una tecnocrazia” e “la politica normale doveva riprendere con le elezioni della prossima primavera”, ricorda il quotidiano. “Ma quel calendario ora rischia di essere accelerato inutilmente, a seguito della decisione del Movimento Cinque Stelle di boicottare un voto di fiducia la scorsa settimana”, si precisa.

Adesso, le ricadute della “guerra illegale della Russia in Ucraina” hanno anche generato “una seconda emergenza sulla scia della pandemia” di Covid-19, sollevando “molteplici sfide per un paese che rimane pericolosamente vulnerabile agli shock esterni”. Inoltre, “l’Italia ha anche bisogno di rinnovare oltre 200 miliardi di euro di debito entro la fine dell’anno e il costo dei prestiti del paese è aumentato notevolmente con il ritorno dell’instabilità politica a Roma”, ricorda il Guardian, spiegando che “in tali circostanze insidiose, Draghi rappresenta un paio di mani sicure e la sua elevata reputazione a Bruxelles e presso i mercati obbligazionari costituisce una risorsa significativa per l’Italia”.

È possibile che un altro leader possa essere nominato per sostituirlo, se Draghi deciderà di lasciare, prosegue il giornale. “Ma un risultato plausibile di un’elezione autunnale sarebbe un governo di estrema destra, forse guidato dalla leader del partito postfascista Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni”, si insiste. “Il partito della Meloni, che è rimasto fuori dalla coalizione di unità nazionale, attualmente è in testa ai sondaggi e ingaggerebbe sfide nazionaliste con Bruxelles su questioni che vanno dalla riforma economica all’immigrazione e al matrimonio tra persone dello stesso sesso. È difficile pensare a una svolta più destabilizzante degli eventi in un momento di crisi continentale”, sottolinea il Guardian.

“Lo scorso fine settimana, più di 100 sindaci si sono uniti a leader aziendali e sindacali per chiedere a Draghi di riconsiderare la sua decisione di dimettersi.

Dovrebbero essere ascoltati. L’Italia deve finalmente risolvere le sue divergenze politiche alle urne. Ma le elezioni dovrebbero tenersi la prossima primavera e Draghi per ora dovrebbe rimanere in carica”, conclude il Guardian.  ASKANEWS