PARIGI – “Patto segreto” contro “tutte le nostre regole”, “saccheggio del paese”: i dirigenti della sinistra denunciano i legami fra Emmanuel Macron e la società Uber, dopo le rivelazioni della stampa. L’inchiesta, diffusa da diversi media internazionali, rivela fra l’altro il coinvolgimento del presidente della Repubblica, allora ministro dell’Economia, nella diffusione e nel consolidamento del colosso del trasporto privato di passeggeri in Francia.
Scandalo ‘Uber files’, saccheggio della Francia
Per Mathilde Panot, la presidente del gruppo della sinistra radicale France Insoumise in Assemblée Nationale, c’è stato un “saccheggio” della Francia, con Macron che è stato contemporaneamente “consigliere e ministro di François Hollande e lobbysta per la multinazionale statunitense che puntava a una persistente deregulation del diritto del lavoro”. Il numero 1 del Partito comunista francese, Fabien Roussel, denuncia le “agghiaccianti rivelazioni sul ruolo attivo svolto da Emmanuel Macron, allora ministro, per facilitare lo sviluppo di Uber in Francia”, “contro tutte le nostre regole, tutte le nostre conquiste sociali e contro i diritti dei lavoratori”.
Dal versante opposto, il presidente del Rassemblement National (estrema destra di Marine Le Pen), Jordan Bardella, ha affermato che “il percorso di Emmanuel Macron ha una coerenza, un filo rosso: servire gli interessi privati, spesso stranieri, prima di quelli nazionali”.
Già nella serata di ieri, parecchi deputati hanno invocato la creazione di una commissione d’inchiesta in Assemblée Nationale per far luce sui legami fra il presidente della Repubblica e Uber. ANSAMED