“Lo schianto del Donbass? Sacrificio utile solo agli Usa”: la pensa così il generale Fabio Mini che, nell’articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano, parla di una “resistenza quasi drammatica, ma scarsamente eroica”. L’esperto, poi, fa riferimento all’intelligence americana, che ha detto di non avere dati sulle perdite subite dagli ucraini, e scrive: “Ucraini e russi si scambiano cadaveri e lo fanno alla pari, il che significa che valutano perdite simili da ognuna delle parti: 100-300 morti al giorno”. Cifre che Mini mette a confronto con il numero di uomini in armi, che cambia sostanzialmente da un Paese all’altro: “190 mila in Ucraina e 900mila in Russia”.
“Sorprende che gli Usa non sappiano quanti e quali ucraini siano caduti, ma la richiesta di armi pesanti e a lunga gittata dovrebbe rendere chiara la limitazione di personale militare da tenere al fronte – continua Mini sul Fatto -. Il presidente Biden, oltre a mandare altre armi pesanti e missili, lamenta di non essere stato ascoltato da Zelensky quando avvisava dell’imminente attacco russo”.
Secondo il generale, dietro l’invio di armi e la strenua difesa americana dell’Ucraina ci sarebbe una strategia ben precisa: “C’è il disagio di una situazione interna che si vuole attenuare o distrarre pretendendo che l’Ucraina sconfigga la Russia, che l’Europa si sacrifichi per l’Ucraina e che la Nato si sacrifichi per gli Usa: tutto questo senza voler sentir parlare di guerra tra Russia e Usa o tra Usa e Cina”.
Lo schianto del Donbass utile solo agli Usa
In ogni caso, per Mini, l’unico Paese a ottenere vantaggi in tutta questa situazione è proprio l’America di Biden: “Gli americani sono convinti che l’Ucraina con il loro supporto vincerà, ma se dovesse perdere porterebbe “soltanto” alla fine dell’Europa e della Nato senza scalfire gli interessi Usa che anzi ne trarrebbero benefici enormi”. liberoquotidiano.it