L’Occidente ha vietato a Kiev di continuare i negoziati con Mosca, all’indomani della conclusione dei colloqui diretti di Istanbul il 29 marzo scorso. E’ quanto ha denunciato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista a un’emittente serbo-bosniaca ripresa dalla Tass. “L’Occidente non consente all’Ucraina di negoziare – ha accusato – L’Ucraina due mesi fa sembrava aver presentato una proposta su come risolvere la questione. Avevamo preso queste proposte come base. Quindi il giorno dopo l’Occidente ha proibito agli ucraini di continuare questo processo”.
E da allora la posizione di Kiev è cambiata in modo significativo. “Hanno rafforzato la loro posizione, c’è stata la provocazione a Bucha, che è stata ovviamente una messa in scena – ha detto Lavrov, ribadendo un concetto più volte espresso in queste settimane – Tre giorni dopo i militari russi si sono ritirati dall’area. La gente viveva lì, il sindaco guidava per le strade. E solo tre giorni dopo sono stati trovati i corpi”.
Poi il capo della diplomazia di Mosca ha sostenuto che l’Ucraina è diventata una merce di scambio e uno strumento nelle mani di Stati Uniti e Gran Bretagna: “Governano gli ucraini come strumento per contenere il nostro Paese, per sconfiggere la Russia sul campo di battaglia”.
Lavrov ha anche detto che a dispetto delle sanzioni dell’Occidente, nel 2022 la Russia vedrà aumentare i profitti per le forniture di energia. “Considerando il livello dei prezzi fissato come risultato delle politiche dell’Occidente – ha affermato – non abbiamo subito perdite nei nostri bilanci. Al contrario, quest’anno avremo un aumento significativo dei profitti dalle esportazioni delle nostre risorse energetiche”. ADNKRONOS