Il comandante della penitenziaria, Fabio Gallo, ha evitato il corpo a corpo. E’ riuscito a disarmarlo di quei due grossi pesi con i quali il detenuto si era presentato con tono minaccioso di fronte al suo ufficio. Protagonista dell’episodio un terrorista islamico rinchiuso nella sezione alta sicurezza del penitenziario di Sabbione. A Terni è arrivato da un mese dopo essere stato trasferito da un carcere calabrese proprio per le sue intemperanze. Nel suo curriculum una lunga sfilza di sanzioni disciplinari irrogate nei vari penitenziari dove è stato ospitato.
L’uomo è un marocchino di 35 anni, condannato definitivo con la pesante accusa di terrorismo internazionale. Un soggetto molto noto alle cronache nazionali, estradato dall’Olanda. Il fine pena per lui è fissato per il 18 febbraio 2028.
Nei giorni precedenti l’aggressione, il 35enne non avrebbe accolto di buon grado il non accoglimento di una richiesta da parte del comandante della penitenziaria di Sabbione. Ha insistito per poter chiarire la vicenda e poi ha deciso di usare le maniere forti. Martedì sera si è presentato di fronte all’ufficio di Fabio Gallo e con una scusa è riuscito a farsi aprire la porta.
Sono stati momenti di paura perché il marocchino aveva in mano due manubri di pesi che, se non fosse stato fermato in tempo, avrebbe usato contro il comandante. Che è riuscito a disarmarlo grazie al suo sangue freddo e all’intervento di altri tre o quattro poliziotti. Evitando conseguenze immaginabili.
Per il comandante, Gallo, un trauma ad un polso e controlli cardiologici inevitabili dopo lo stress di quei momenti concitati durante la sventata aggressione.
Per il terrorista islamico è scattata l’immediata richiesta di trasferimento da Terni. www.ilmessaggero.it