Al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro, al momento del cosiddetto ‘baciamano’, papa Francesco incontrerà e saluterà le mogli di due ufficiali del Battaglione Azov, l’unità militare ucraina i cui combattenti sono attualmente asserragliati nei cuniculi dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, opponendo l’ultima irriducibile resistenza in una città ormai già in mano dei russi. Le giovani mogli dei militari di Azov hanno scritto nei giorni scorsi al Pontefice e a sorpresa ieri è arrivato loro l’invito per l’odierno incontro in udienza. Sono quindi presenti sul sagrato vaticano in attesa del saluto del Papa.
Presenti all’udienza del Papa sono Kateryna Prokopenko, moglie del comandante di Azov, Denis Prokopenko, e Yulya Fedosiuk, moglie di Arseniy Fedosiuk. A partecipare avrebbero dovuto essere in tutto quattro mogli dei militari, ma due, che si trovavano in Polonia, non sono riuscite ad arrivare in tempo a Roma.
La presenza delle consorti degli ufficiali del reggimento ucraino all’udienza papale è motivata principalmente da ragioni umanitarie, riguardante la situazione di chi è ancora asserragliato nell’acciaieria. Già nei giorni scorsi al Papa era stata recapitata una lettera dei parenti degli “assediati di Mariupol” affinché si attivasse per favorire la loro evacuazione e salvezza.
A quanto si è potuto apprendere, prima di ricevere nell’udienza generale le mogli degli ufficiali del controverso Battaglione, Francesco ha fatto raccogliere le necessarie informazioni. Il suo invito è stato quindi recapitato loro ieri attraverso i canali diplomatici. Le due donne erano già state in precedenza in Italia e nei loro contatti con il Vaticano sono state affiancate anche dall’artista e attivista dissidente anti-Putin russo-canadese Pyotr Verzilov, già in passato portavoce non ufficiale del collettivo punk rock Pussy Riot, e con alle spalle arresti in Russia ed anche un sospetto tentativo di avvelenamento.
L’iniziativa di oggi del Pontefice – dettata in primo luogo da ragioni di solidarietà verso gli assediati della città-martire di Mariupol – farà sicuramente discutere, dal momento che il Battaglione Azov, costituitosi come gruppo paramilitare nazionalista nel febbraio 2014, nelle prime fasi della guerra del Donbass, e ora esaltato in patria per il suo eroismo nella resistenza all’invasione russa, è comunque additato per la presenza di elementi neonazisti ed è stato anche accusato in passato di crimini di guerra. https://tg24.sky.it