“Ormai non mi meraviglio più di nulla, ma è assolutamente fuori dalla grazia di dio. Siamo alle comiche finali. Questa proposta è la prova di come siamo caduti in basso e che manca il buon senso più elementare”. È questa la lettura di Franco Cardini, storico, docente e saggista, in un’intervista all’AGI dopo che la Commissione Ue ha proposto di includere anche il patriarca di Mosca, Kirill, tra gli individui da sanzionare per l’invasione dell’Ucraina.
“Se quello che vogliamo è dichiarare la guerra totale alla Russia, le sanzioni a Kirill dopo aver vietato la lettura di Guerra e Pace, continuiamo a farci del male se non a coprirci di ridicolo” ha proseguito l’esperto di storia delle religioni.
Per Cardini non ci si può scandalizzare per la linea di Kirill – che ha benedetto la guerra contro l’Ucraina e sostenuto pienamente le azioni aggressive delle truppe russe sul suolo ucraino – in quanto “la chiesa ortodossa di Mosca è un organo statale, anche quando il capo dello Stato era ateo, ne sa qualcosa Stalin grande benefattore, ma a quanto parte ce ne siamo dimenticati”.
Sul patriarca di Mosca, l’interlocutore dell’AGI ha suggerito che ci si potrebbe eventualmente interrogare sul modo in sui sta facendo la sua professione, se la fa con buona coscienza. A riprova della relatività della storia e dei commenti a dichiarazioni e azioni degli uomini di chiesa, lo storico fiorentino ha fatto notare che, invece, “non ci siamo scandalizzati quando il primate di Westminster ha appoggiato le spedizioni in Iraq e in Afghanistan, quando ha benedetto bandiere e armi senza battere ciglio, nemmeno quando è venuto fuori che la storia delle armi di distruzione di massa di Saddam era un’invenzione”.
In un altro contesto geografico e storico, Cardini ha sottolineato che “nessuno ha mai chiesto sanzioni per Don Milani che era coerentemente ed intimamente convinto della fondatezza di benedire i mitra di Che Guevara, e per dirlo aveva motivi politici”.
Guardando oltre la proposta della Commissione Ue nell’ambito del sesto round di sanzioni per l’invasione russa dell’Ucraina, lo storico ha sottolineato che “in religione non valgono le stesse categorie rispetto a quelle stabilite nel settore della tecnologia oppure nell’economia, ma si ragiona su altri termini”. Proprio sulla base di questi criteri ‘diversi’ va letto anche lo scambio di dichiarazioni tra Papa Francesco e il patriarcato di Mosca.
“Le contraddizioni emerse, le divergenze anche non vanno cristallizzate come irrisolvibili: valori di tipo religioso vanno misurati su durate più lunghe e seguendo schemi diversi” ha aggiunto Cardini. Per lo studioso di storia delle religioni, nella complessa situazione della guerra in Ucraina così come su temi di teologia morale, la Chiesa cattolica si trova in una posizione delicata tra da un lato il mondo riformato e dall’altro le chiese ortodosse orientali. […]