Pnrr, Campidoglio: lavoro e case ai Rom

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Inserimento abitativo e forme di cohousing, inserimento nel mondo del lavoro, tutela dei minori e scolarizzazione, regolarizzazione dei documenti. Sono solo alcuni dei punti che costituiranno il piano rom che il Comune si appresta ora a varare con la stretta collaborazione del terzo settore e risorse che potrebbero arrivare anche dal Pnrr, alle voci “povertà educativa” ed “emergenza abitativa”.

È on line l’avviso pubblico rivolto alle associazioni che vorranno prendere parte al tavolo dei lavori. Sei i principali campi cosiddetti “formali” ancora da chiudere (Lombroso, Candoni, Gordiani, parte di Castel romano, Salone, Salviati) e altrettanti “informali” per un totale di circa 6mila rom presenti in città e da anni residenti in ghetti dell’orrore, tra rifiuti dati alle fiamme che inevitabilmente con roghi tossici quotidiani mettono in difficoltà anche gli abitanti dei quartieri limitrofi.

Case ai Rom

La comunità europea, lo ricordiamo, chiede da anni all’Italia la chiusura dei maxi campi.

“Abbiamo l’obiettivo ambizioso di medio/lungo periodo di mettere in campo progetti concreti di inclusione e accompagnamento all’uscita dai campi con un’attenzione particolare ai bambini – dichiara in esclusiva a RomaToday l’assessora alle Politiche sociali Barbara Funari – ma lo possiamo fare solo insieme: amministrazione, terzo settore, associazioni di volontariato, cittadini di buona volontà”.

Il primo passo è appunto un avviso pubblico on line dal 13 aprile “finalizzato – si legge sulla determinazione dirigenziale di riferimento – ad avviare una procedura di selezione di enti del terzo settore in forma singola o associata con accordo di rete o in associazione temporanea di scopo, costituita o costituenda, con cui attivare una collaborazione mediante co-programmazione”.

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