I russi accusano Kiev di pagare 25 dollari per “fare la scena” e “la reazione di alcuni paesi ai tragici eventi nella città di Bucha è sorprendente – prosegue l’ambasciatore russo negli Stati Uniti ripreso dalla Tass – senza preoccuparsi di capire cosa sia successo, i colleghi hanno dato la colpa di tutto all’esercito russo. Le incongruenze che indicano la natura fabbricata dell’azione sono ignorate”.
Antonov, infatti, ricorda “che il 31 marzo, il sindaco della città di Bucha [Anatoly] Fedoruk ha dichiarato il ritiro delle truppe russe e non ha detto una parola sui residenti colpiti. Le prime accuse sono apparse sui media occidentali solo il 3 aprile”. “Sembra improbabile che nessuno abbia notato i corpi morti che giacevano sulle strade per 4 giorni”, sottolinea il diplomatico. “Il primo aprile – ricorda – sono arrivati i rappresentanti del servizio di sicurezza dell’Ucraina e della polizia nazionale. Hanno annunciato la loro intenzione di liberare il territorio dai complici russi. I radicali ucraini hanno persino chiesto l’esecuzione dei cittadini comuni che non hanno segni di identificazione speciali”.
Antonov nota che “il ministero della Difesa russo ha anche le prove dei terribili crimini pianificati dalle autorità ucraine nelle regioni di Sumy e Kiev”. E “tutto questo accade proprio mentre la parte Ucraina ha espresso la sua disponibilità a riaffermare il suo status di non nucleare, non blocco e neutrale. Per tutti i paesi, questo e’ estremamente importante. In questo contesto, la sincerità delle dichiarazioni di Kiev sul desiderio di cercare modi per risolvere la crisi diplomaticamente è molto discutibile”, conclude. liberoquotidiano.it