Il Giappone ha ribadito oggi che non ha alcuna intenzione di ritirarsi dai progetti di sviluppo petroliferi e gasieri in Russia, a partire da quelli di Sakhalin-1 e Sakhalin-2, nonostante la politica di sanzioni e isolamento di Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina.
“Non intendiamo ritirarci”, ha detto oggi il ministro dell’Economia, dell’Industria e del Commercio nipponico Koichi Hagiuda, parlando coi giornalisti e facendo riferimento ai progetti per il gas naturale liquido e il petrolio Sakhalin-1 e Sakhalin-2, oltre che al progetto per gas naturale liquido artico Arctic LNG 2 (ARC 2).
“Noi abbiamo un interesse in questi progetti e ci siamo assicurati la partecipazione a lungo termine”, ha detto Hagiuda. “Nell’attuale situazione d’improvvisa crescita dei prezzi dell’energia – ha proseguito – noi possiamo procurarci energia a prezzi più convenienti rispetto a quelli di mercato. Questo è estremamente importante per la sicurezza energetica”.
Hagiuda ha anche precisato che il decreto emesso dal presidente russo Vladimir Putin sul pagamento in rubli del gas per i “paesi ostili” – come Stati uniti, Europa e Giappone – non dovrebbe avere effetti immediati su Tokyo, anche se il Giappone “monitorerà la situazione”.
Sakhalin-1 è finanziato in parte dal ministero nipponico, e dalle compagnie giapponesi Itochu, Japan Petroleum Exploration Company, da Marubeni e Inpex. Sakhalin-2 invece vede la partecipazione di Mitsui e Mitsubishi, mentre in ARC 2 sono coinvolti Mitsui e Japan Oil, gas and Metals National Corporation. www.askanews.it