Meluzzi: non c’è coscienza dell’ imminente catastrofe

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“Preghiamo per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e la salvezza dell’ intera umanità! Incombono momenti di inimmaginabile tragedia e morte e non c’è coscienza dell’ imminente catastrofe: digiuno preghiera e penitenza per invocare la misericordia di Cristo Gesù il Signore!”
Lo scrive il prof. Alessandro Meluzzi su Twitter

Il pensiero di Meluzzi riportato da www.lalucedimaria.it

“Penso che l’Italia, dalla centrale di comando di questa rivoluzione planetaria di Davos, sia stata già segnata come uno scacco da sacrificare. Lo si è visto durante il lockdown, durante la vicenda delle vaccinazioni e lo vediamo adesso”.

La paura di Meluzzi è cioè che con l’invio di aiuti militari all’Ucraina da parte del governo Draghi l’esecutivo italiano si sia inserito in una politica complessiva di Unione europea che si schiera purtroppo a favore di una delle parti del conflitto, quindi portando verso un’entrata in guerra di cui però il popolo italiano non è mai stato interrogato.

Difficilmente infatti tra la popolazione italiana il desiderio che serpeggia è quello di partecipare a un conflitto armato che potrebbe anche avere ricadute nei nostri confini. “Noi abbiamo un potente sistema di fabbricazione degli armamenti, che fa carico a Fincantieri, Finmeccanica, Leonardo ecc. Giorgetti si sta lamentando del fatto che i fondi per risarcire gli italiani saranno destinati ad alimentare l’esportazione di armi in Ucraina“, ha infatti commentato Meluzzi.

Rischio imminente catastrofe

“Sono convinto che questo povero popolo di italiani, nella sua ignavia, che oggi sfila a sostegno dell’Ucraina, che si allinea a ogni cosa e non ha dimostrato la resistenza degli inglesi o il carattere dei francesi, sia già stato bombardato“. Per Meluzzi insomma l’attuale decisione italiana pone il nostro Paese in una sorta di status bellico non dichiarato dai confini molto opachi che riguardano tanto le sanzioni quanto l’invio di armi.

Che di conseguenza il Cremlino potrebbe interpretare come qualcosa di molto ostile, e quindi di riflesso pericoloso per la popolazione italiana. “Se dovessero bombardare le fabbriche di Fincantieri i russi avrebbero agito secondo un diritto di guerra notorio. Se c’è qualcuno che fabbrica ed esporta armi nel mio territorio, la guerra sarebbe planetaria o perlomeno europea“, è la tesi dello psichiatra.

“Lo scontro con un Paese Nato come l’Italia produrrebbe l’effetto a ricaduta di una guerra europea, anche a sfondo nucleare, magari con armi nucleari tattiche, e che il mondo americano ha già messo in conto“. Per Meluzzi l’Italia rischierebbe così di ritrovarsi al centro di un conflitto mondiale, deciso tuttavia molto lontano da Roma.