Quella di offrire stage non retribuiti è un’abitudine fin troppo comune in Italia e nell’Unione europea. Per questo il Parlamento europeo ha chiesto di mettere in campo una strategia per migliorare la situazione, ma non si è spinto fino al punto di chiedere che questa pratica, che pure viene definita “una forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti”, venga del tutto vietata per legge.
Nella Plenaria di Strasburgo con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astensioni è stata approvata una risoluzione dal titolo “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia” che condanna la pratica dei tirocini non retribuiti. I deputati però hanno bocciato due emendamenti chiave e praticamente identici, il 3 e il 14, il primo presentato dal gruppo socialista e il secondo da quello dei Verdi, che chiedevano di “vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati”. I due emendamenti hanno ricevuto solo 293 voti favorevoli, 377 contrari e 26 astensioni. Tra i contrari anche diversi italiani tra cui i parlamentari della Lega e di Forza Italia, ma anche Sandro Gozi di Italia Viva e Carlo Calenda, mentre i deputati di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si sono astenuti.
“Nell’anno europeo dei giovani, i vecchi partiti italiani difendono ancora una volta i potenti e tutti quelli che possono così continuare a sfruttare la manodopera giovanile gratuitamente”, ha attaccato Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle, che ha sostenuto i due emendamenti, ricordando che “un contratto di stage su due in Europa è gratuito e non prevede nemmeno i rimborsi spesa”. L’esponente M5S ha aggiunto che “questa ingiustizia deve finire subito applicando il salario minimo a tutti i contratti, anche quelli per i tirocinanti”, e accusando “questa alleanza di destra”, di “compromettere il futuro dei giovani”.
Il testo approvato dall’Aula comunque chiede a Bruxelles di “proporre un quadro giuridico comune volto a garantire un’equa retribuzione per i tirocini e gli apprendistati al fine di evitare le pratiche finalizzate allo sfruttamento”, sottolineando che è “necessario porre fine” alla pratica e che bisogna fare in modo che “i giovani non siano intrappolati in un susseguirsi interminabile di tirocini e sfruttati come manodopera a basso costo o addirittura gratuita”. https://europa.today.it