La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per le 11 persone indagate nell’inchiesta sulla Fondazione Open che in passato organizzava le Leopolde renziane. Al centro delle indagini l’ipotesi di finanziamento illecito ai partiti, ma i magistrati hanno ipotizzato anche per alcuni indagati a vairio titolo i reati di corruzione e traffico di influenze illecito. Lo scrive https://firenze.repubblica.it
La richiesta riguarda l’intero Giglio magico: Matteo Renzi, Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Alberto Bianchi (ex presidente di Open) e Marco Carrai (amico storico di Renzi). Con loro rischiano il processo gli imprenditori: Patrizio Donnini, Riccardo Maestrelli, Pietro Di Lorenzo, Alfondo Toto e i manager della British American Tobacco Giovanni Carucci e Carmine Gianluca Anzalone.
L’udienza preliminare è stata fissata per il 4 aprile.
Fondazione Open, contestato reato di finanziamento illecito
Il reato di finanziamento illecito viene contestato ai vertici della Fondazione Open, Renzi, Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Marco Carrai e l’avvocato Alberto Bianchi, insieme ad alcuni imprenditori – tra cui Alfonso Toto e Riccardo Maestrelli- che avevano donato ingenti somme alla fondazione fiorentina. Il procuratore aggiunto Luca Turco e il pm Antonino Nastasi ipotizzano anche due episodi di corruzione a carico di Luca Lotti, che si sarebbe speso – in cambio di finanziamenti a Open – per favorire “disposizioni normative” in linea con gli interessi di Toto costruzioni generali spa e American British Tobacco; anche le due società sono finite nell’inchiesta, insieme con lo stesso Alfonso Toto e a Giovanni Carucci e Carmine Gianluca Ansalone, vice presidente del consiglio di amministrazione e responsabile dell’ufficio relazioni esterne della Bat.
La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche il manager Piero Di Lorenzo e la sua Irbm, l’azienda che ha prodotto il vaccino AstraZeneca in sinergia con l’università di Oxford. Di Lorenzo secondo i pm avrebbe donato una cospicua somma (130 mila euro) alla Fondazione con il secondo fine di ottenere il via libera della politica ad alcuni progetti, come il finanziamento di un consorzio partecipato da Irbm per la realizzazione “di una tv scientifica su piattaforma digitale e satellitare”.