Bologna, 22 gen. (askanews) – “Il distretto dell’Emilia-Romagna è – a buon titolo – un distretto di mafia, in quanto la Direzione distrettuale antimafia istruisce ‘maxi indagini’ e si celebrano cosiddetti maxi processi per la discussione dei quali abbiamo sperimentato un innovativo ed efficiente metodo di trattazione concordemente alle difese e l’approvazione della Corte”.
Lo ha detto il procuratore generale di Bologna, Lucia Musti, nel suo intervento alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, evidenziando che in regione si è diffuso un “metodo nuovo mafioso autoctono”.
Le nuove modalità adottate a Bologna, secondo Musti, hanno consentito “di mantenere viva e sempre partecipata l’attenzione, proficua e arricchente la discussione” e “di soddisfare le esigenze dei numerosi avvocati provenienti dai fori di tutta Italia, ma altresì di rispettare – in piena pandemia – le distanze tra i soggetti, non necessitando la copresenza di tutte le parti: è appena il caso di ricordare che Aemilia ha interessato 122 imputati, molti dei quali presentavano due difensori ciascuno”. ASKANEWS