Texas, prende ostaggi in sinagoga: ucciso. Chiedeva la liberazione di una terrorista

Aafia Siddiqui

Sinagoga Texas, morto l’uomo che ha sequestrato gli ostaggi durante lo Shabbat. Le persone tenute in ostaggio per ore da un uomo nella singagoga di Collyville in Texas sono state liberate dalle forze dell’ordine che hanno fatto irruzione nel tempio. Lo ha detto il capo della polizia al termine delle operazioni. Il sequestratore, che chiedeva la scarcerazione di una ex scienziata pakistana condannata nel 2010 da un tribunale di New York a 86 anni di prigione per tentato omicidio di ufficiali americani in Afghanistan, è morto.

Ostaggi in sinagoga

L’azione dell’uomo e’ avvenuta proprio durante il servizio religioso dello Shabbat, che era anche in diretta su Facebook, secondo quanto riporta la stampa Usa. Prima che lo streaming fosse interrotto, sono stati colte parole che sono state valutate come un negoziato con la polizia, ma le immagini del sequestro non sono state riprese; la voce dell’uomo ha avuto momenti di rabbia, ha citato la sorella e l’Islam, secondo chi stava seguendo la cerimonia religiosa in streaming: pare che fossero collegati in 8 mila.

Ostaggi in sinagoga, chi è Aafia Siddiqui, Lady Al Qaeda

Aafia Siddiqui – la terrorista detenuta in Texas di cui chiederebbe la scarcerazione l’uomo asserragliato in una sinagoga di Dallas, affermando di essere il fratello – è una pakistana con lauree al Mit ed alla Brandies University che sta scontando negli Stati Uniti una condanna a 86 anni per terrorismo. Soprannominata dalla stampa americana ‘Lady al-Qaeda’, la donna, che ha 49 anni, è stata condannata negli Stati Uniti non per legami con al-Qaeda, ma per aver tentato -secondo l’accusa- di sparare ai militari statunitensi che la interrogavano dopo la sua cattura in Afghanistan nel luglio del 2008.

Siddiqui, madre di tre figli, è un’ex studentessa del prestigioso Massachussetts Institute of Technology (Mit) con un dottorato in scienze neurologiche. Nel 2002 è rientrata in Pakistan per poi sparire con i figli nel marzo successivo, in seguito all’arresto di Khalid Sheikh Muhammad. In seconde nozze Siddiqui ha sposato un nipote della mente delle stragi negli Usa, Ammar al-Baluchi.

Nel 2004 la donna è stata inserita nella lista dell’Fbi dei più pericolosi collaboratori di al-Qaeda. Secondo i familiari della Siddiqui, la donna è stata detenuta per cinque anni -dal 2003- dalle forze Usa nel carcere di Bagram, in Afghanistan, dove avrebbe subito torture e abusi. Negli anni scorsi alla Siddiqui è stata associata anche la storia del ‘Prigioniero 650’, l’unica donna rinchiusa a Bagram secondo i racconti degli ex detenuti della prigione. Lei stessa durante un’udienza ha affermato di essere stata in una “prigione segreta”.

Siddiqui è stata trasferita al Federal Medical Center Carswell, penitenziario femminile nei pressi di Fort Worth, per ragioni mediche. La donna lo scorso luglio ha denunciato di essere stata attaccata da un’altra detenuta e poi, a seguito di questa aggressione, messa in isolamento, secondo quanto ha denunciato Council on American-Islamic Relations di Dallas-Fort Worth. Anche il governo pachistano ha presentato una protesta dopo questa aggressione.

Il governo americano considera Siddiqui una pericolosa terrorista e l’ha descritta prima della cattura come “la donna più most wanted al mondo”, ed ha in diverse occasioni rifiutato di scambiarla con ostaggi americani, compreso il giornalista James Foley prima della sua esecuzione da parte dello Stato Islamico. affaritaliani.it