Farmacie: per un antibiotico pretendono la prescrizione medica, per il “vaccino” no

prescrizione medica

di Stefano Montanari – Una signora mi riferisce di essere andata in una grande farmacia di Roma per informarsi su come “vaccinarsi” contro il Covid-19. Non riporto le modalità perché prive d’interesse.
Più interessante è quanto è accaduto immediatamente dopo. In breve, la signora fa notare che il prodotto richiede obbligatoriamente la prescrizione medica, ma nessun medico pare essere disponibile a rilasciarla, nemmeno quello occasionalmente presente, forse di stanza presso la farmacia stessa che riceve le prenotazioni.

A questo punto, la signora domanda come mai le potrebbe venire inoculato senza alcuna prescrizione un prodotto che quella prescrizione la pretende per legge. Aggiunge pure che il farmacista non le darebbe mai un antibiotico senza ricetta medica, e il farmacista conferma. Perché il “vaccino” sì? La risposta è “perché è obbligatorio.” Ma – m’interrogo – se è obbligatorio, che c’entra la prescrizione altrettanto obbligatoria?

La prescrizione medica e l’assicurazione

La signora spiega che tra i motivi della sua domanda c’è l’aver sottoscritto un’assicurazione sanitaria in cui si specifica che l’istituto risarcisce i danni eventualmente riportati a seguito di un intervento medico o chirurgico solo a patto che quell’intervento fosse prescritto da un medico o da un chirurgo e non fosse stato affrontato per capriccio del contraente. Dunque, senza ricetta, dovesse verificarsi un guaio, l’assicurazione non sborserebbe un centesimo. Ma la ricetta non c’è né, a quanto pare, potrà mai esserci, e, dal punto di vista assicurativo, la “vaccinazione” risulta essere una libera scelta del contraente a suo rischio e pericolo che riguarda solo lui.

Insomma, “vaccinarsi” è “obbligatorio” (cosa confermata dal medico di cui sopra), ma il “vaccinato” si è fatto fare la punturina per scelta sua, commettendo addirittura una scorrettezza (reato?) perché non ha presentato alcuna prescrizione. Un vero e proprio rompicapo. E potrebbe il “vaccinato” denunciare il vaccinatore per aver proceduto in modo scorretto, o, vedi mai, rischierebbe a sua volta una sanzione per essersi procurato illecitamente un prodotto che pretende la prescrizione medica? Allo stesso modo, può essere lecito farsi inoculare della morfina senza alcuna ricetta medica, semplicemente perché della morfina fa piacere l’effetto?

Per cercare qualche chiarimento, ho telefonato all’agenzia di assicurazioni di cui mi servo da oltre mezzo secolo e ho esposto il fatto, chiedendo come stiano le cose.

Le cose sono semplici: nessuna assicurazione risarcisce i danni da vaccino come, del resto, non risarcisce i danni da interventi sanitari “capricciosi”, forse a meno di contratti molto particolari che dovrebbero comportare premi elevatissimi e della cui esistenza, peraltro, il mio assicuratore non è al corrente. Non è bizzarro?

Mi è venuto in mente che Franz Kafka lavorava per le Assicurazioni Generali. Che abbia preso lì qualche ispirazione? O non sarà, per caso, l’ennesima, gigantesca, kafkiana presa per i fondelli?
Comunque, solo per informazione, invito medici, farmacisti, società di assicurazione, avvocati e magistrati a chiarire i fatti. Non perdo tempo ad invitare l’ideatore della farsa, perché temo che parliamo lingue reciprocamente incomprensibili.

Stefano Montanari