Il Covid colpisce duro anche Massimo Galli, il virologo diventato simbolo della linea della massima prudenza contro il Coronavirus. Il primario in pensione dell’ospedale Sacco di Milano, 70 anni, si è contagiato durante le feste di Natale, forse a Capodanno. Era vaccinato con tre dosi, ma questo non lo ha protetto fino in fondo. Cosa nota (il siero protegge dagli effetti gravi del virus) ma fa comunque un certo effetto considerato il personaggio in questione.
“Stamattina sto discretamente meglio, ma sono stato una schifezza. Per i vecchiotti come me non è proprio una passeggiata”, ammette lui al Corriere della Sera.. Giura di aver “condotto una vita ritiratissima, vedendo pochissime persone” eppure il Covid è entrato in casa sua, sotto forma della ultra-contagiosa variante Omicron. “Nel periodo tra Natale e Capodanno gli unici pazienti che ho sentito è stato per mail o per telefono. Ho visto poche persone a livello conviviale, senza mascherina, ma mai tutte insieme. Questo la dice lunga su quanto questa variante sia contagiosa”.
Tre vaccinazioni
Resta un messaggio di fondo: “Se non avessi avuto le tre vaccinazioni la cosa sarebbe andata decisamente peggio, tenendo conto della mia età e con la mia storia. Quindi, senza se e senza ma bisogna vaccinarsi, almeno non si crepa. Questo è un dato di fatto”. Il quotidiano La Verità sostiene che sia stato “salvato dalle cure domiciliari”, ma lui smentito secco. “Per altro, mi piacerebbe sapere quali”, ha aggiunto polemico a Fanpage.it. Caso curioso, ma fino a un certo punto, pochi giorni fa il professore ammoniva i colleghi più ottimisti:
“Non bisogna iniziare a dire, come qualcuno sta facendo, che è una variante più bonacciona e che se dovesse essere molto diffusa potrebbe essere una sorta di surrogato del vaccino. Non è così. Più gente si infetta più è probabile che il virus muti ancora. Può cambiare in meglio dal nostro punto di vista ma anche no. Se portasse al raffreddore andrebbe benone, ma il discorso di immunità di gregge non regge”. www.liberoquotidiano.it