di Gabriele Alberti – Con il Pci il governo non bada a spese. Per celebrare il centenario della nascita del Pci i soldi non solo si sono trovati, ma sono stati raddoppiati. Da 400mila euro a 800mila euro. Così mentre nella manovra il taglio delle tasse è un sostanziale bluff, mentre si danno briciole alla scuola, per i nostalgici della falce e martello si stanziano soldi veri.
La cosa è avventuta a fari spenti, in memoria delle polemiche che questa ingente disponibilità di risorse provocò. Così per «iniziative culturali e celebrative relative al Centenario della fondazione del Partito comunista italiano» la presidenza del Consiglio, con una apposita struttura di missione, ha pubblicato, il 3 dicembre scorso, l’avviso pubblico per selezionare i progetti. Siamo il Paese più tartassato d’Europa ma quando si tratta di usare denaro pubblico per i comunisti non si guarda in faccia nessuno.
La ministra Dadone firma il bando per celebrare i comunisti
Potranno partecipare «enti pubblici o privati senza fini di lucro, istituzioni» o altri soggetti che intendano ricordare una data “fondamentale” in questo momento drammatico che stiamo vivendo. Non solo, ma il contributo inserisce progetti con «ricerche originali sviluppate anche grazie a borse di studio»; ma anche «convegni, corsi, seminari, pubblicazioni»; oppure progetti che mettano in rete «università, enti, istituti, fondazioni»; o ancora opere di «musica, cinema, televisione, teatro, nuove tecnologie». Insomma, avanti tutta con la storia del Pci. Ne dà notizia il quotidiano Libero in un’inchiesta di Elisa Calessi.
Di chi è la “prodezza” che ha consentito questa ingente disponibilità di risorse in pieno ritorno di pandemia? C’è sempre qualche grillino di mezzo quando le cose si fanno incongrue: “Il decreto, che dà attuazione a un articolo della legge di bilancio del 2019, è firmato – scherzo del destino – dal ministro Fabiana Dadone; M5S, che è responsabile delle Politiche giovanili, ma ha anche la delega in materia di anniversari nazionali”. […] secoloditalia.it