Nuova archiviazione per Carola Rackete. Il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha infatti archiviato l’inchiesta a carico della comandante di Sea Watch precisando che “ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare”.
Rackete la scorsa primavera era stata già definitivamente prosciolta dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra che scaturiva dal presunto speronamento della motovedetta della Guardia di finanza il 29 giugno del 2019, giorno in cui la comandante era stata anche arrestata.
Archiviazione per Carola Rackete “Salvare è un dovere”
Il nuovo procedimento, adesso archiviato su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella e del pubblico ministero Cecilia Baravelli, riguarda un episodio di tre giorni prima. In quell’occasione la 33enne tedesca, che è stata difesa dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, aveva deciso di entrare senza autorizzazione con la nave, che da giorni stazionava davanti Lampedusa ma in acque internazionali, nelle acque territoriali italiane rifiutandosi di allontanarsi nonostante l’ordine della Guardia di finanza.
All’accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra si era aggiunta quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per avere fatto entrare in Italia 53 clandestini, ovvero i migranti salvati in mare il 12 giugno di quell’anno. Secondo il gip Rackete “ha agito nell’adempimento del dovere perché non si poteva considerare luogo sicuro il porto di Tripoli”.
Il giudice ha citato anche un rapporto dell’Alto commissario per le Nazioni unite il quale ha sottolineato “che migliaia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Libia versano in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture”. Quanto all’averli condotti in Italia, nonostante il divieto, il gip ha aggiunto: “La condotta risulta scriminata dalla causa di giustificazione”. https://tg24.sky.it