di Stefano Montanari – Se puntare sugli adulti fa parte del gioco, farlo sui bambini non solo ne fa altrettanto parte, ma è cosa che depone a favore della lungimiranza del giocatore: i bambini sono un investimento a lungo termine.
Chiunque può informarsi su come il cosiddetto “vaccino” anti-Covid19 resterà sperimentale almeno fino al 31 dicembre 2023, con tutto quanto ne consegue circa il ruolo affidato a chi si sottopone al trattamento.
Chi ha qualche nozione di farmacologia e di tecnica farmaceutica potrebbe sapere che sperimentare un vaccino è di fatto impossibile, ma spiegare questa ovvietà è tempo perso, come sarebbe cercare di convincere un bambino che Babbo Natale, che lui ha visto in TV, non esiste.
Chiunque può pure informarsi come la Pfizer abbia candidamente risposto a chi, in forza di legge, pretendeva che fosse resa pubblica la documentazione che ha portato all’approvazione – sia chiaro, in via emergenziale – del vaccino anti-Covid prodotto dalla Pfizer, che il documento consiste di 329.000 pagine di dati e alla ditta occorrono 55 anni per elaborarli. Messa alle strette, la Pfizer ha rilasciato un documento di 91 pagine la cui lettura non può certo lasciare tranquilli.
Limitandoci appena a qualche numero, nei due mesi e mezzo seguiti all’approvazione – ricordiamolo: in via emergenziale – la Pfizer ha ricevuto 42.086 casi, per un totale di 158.893 effetti avversi. I casi di morte sono 1.223, il 2,6% dei casi totali, e questo per una malattia che, ufficialmente, ha una mortalità dello 0,2%. I cosiddetti “disturbi del sistema nervoso centrale” segnalati sono stati 25.957 e 1.833 i casi di anafilassi. Delle 270 donne gravide vaccinate, 23 hanno abortito spontaneamente e 5 hanno avuto il bambino morto.
Si potrebbe continuare, ma è della puntata sui bambini che dicevo all’esordio.
La comunicazione della regione Liguria
Mi arriva ora una comunicazione della regione Liguria che, da nonno, mi ha gelato il sangue.
Approfittando della psiche dei bambini, li si trasforma gioiosamente tutti in allegri “soldatini” di “Capitan Vaccino” e, a punturina fatta, avranno in regalo i tatuaggi trasferelli. Se questo è allucinante, l’abisso si tocca con il richiamo al “ritorno alla libertà”, come se la libertà non facesse parte integrante e inalienabile dell’essere umano ma fosse una concessione a fronte di uno scambio.
Prescindendo dalla domanda su chi può arrogarsi il diritto di concedere la libertà, io non posso non domandarmi come mai nessun politico e nessun medico si assuma la responsabilità personale relativa alle conseguenze che possono derivare dalla punturina. M’interrogo pure su quella mostruosità che è il cosiddetto “scudo penale,” una condizione pretesa dai medici per prestarsi a fare ciò che stanno facendo.
So bene che l’articolo 21 della Costituzione è stato incenerito, così come, del resto, tante pagine di quel libricino, e so altrettanto bene che porsi domande mette a rischio la libertà, una libertà che, persa il quel modo, non si recupererà nemmeno grazie a Capitan Vaccino. Ma io le domande me le faccio ugualmente.
Stefano Montanari