di Fortunata Cerri – La legittima difesa non piace. La sinistra ha presentato due proposte di legge sulle armi e alcuni giorni fa la commissione Affari costituzionali della Camera ha deciso di trattarle congiuntamente. Una è stata presentata a luglio dal dem Walter Verini ed è stata firmata da ventinove parlamentari tra cui Laura Boldrini e Federico Fornaro. L’altra è stata presentata da Riccardo Magi, deputato di +Europa. Ma le due proposte creano preoccupazione.
Legittima difesa e le proposte di legge sulle armi
Il rischio? Per La Verità, si tratta di una legge per abolire la legittima difesa: i due disegni di legge di fatto rendono impossibile di tenere in casa le munizioni (anche per armi sportive o da caccia). «Oltre a minacciare – scrive il quotidiano – con ingiustificati inasprimenti delle regole, il commercio, il tiro sportivo e la caccia, le novità allo studio priverebbero i legittimi possessori di armi della possibilità di servirsene per salvare sé stessi e le loro famiglie. Anzi, i danni all’oplofilia e all’attività venatoria sarebbero solo gli effetti collaterali di norme pensate in primis per evitare che un onesto cittadino spari al rapinatore che lo assale».
Il ddl Magi e quello Verini
All’articolo 4 della proposta di legge del radicale si legge che i titolari di porto d’armi per uso sportivo, potranno detenere munizioni «solo presso i poligoni». Quindi non bisognerebbe mai più tenerli in casa. Il quotidiano, ricorda che pure Verini e gli altri firmatari vorrebbero imporre l’obbligo di comunicare l’«intenzione» di acquistare un’arma non soltanto ai propri conviventi, ma anche a chiunque «sia o sia stato legato da convivenza o da stabile relazione affettiva».
E Magi va anche oltre: condizionerebbe la facoltà di acquistare armi a una dichiarazione dei conviventi maggiorenni dell’interessato, i quali potranno indicare «motivi ostativi». «Un’idea talmente grottesca – scrive il quotidiano – da non essere stata contemplata da nessuna delle norme approvate fino ad oggi, benché il nostro Paese preveda già una legislazione restrittiva». secoloditalia.it