Che penalmente non ci fosse praticamente nulla di rilevante era parso chiaro sin da subito, ed era stato messo in chiaro già ad agosto. Luca Morisi, l’ex guru social di Matteo Salvini, comprò cocaina, per consumarla con i due escort rumeni invitati a casa sua a Belfiore, in provincia di Verona, nei giorni intorno a Ferragosto. Tuttavia il fatto “è di tenue entità”, dunque non ci sarà alcun processo, perché la Procura chiederà l’archiviazione.
La procura di Verona – secondo quanto scrive oggi il Corriere della Sera – pare arrivata a un punto definitivo nell’indagine. Morisi si era dimesso da ogni incarico quando lo scandalo lo aveva travolto.
Nei mesi scorsi gli inquirenti hanno sentito anche Morisi che ha confermato di aver acquistato la cocaina. Non ci fu alcun “accordo preventivo” tra i tre, per consumarla insieme, secondo il legale del comunicatore. Non un dettaglio di poco conto: cade così l’accusa di spaccio. O, almenoi, si può accedere al beneficio previsto dalla norma della “tenue entità” così come la procura si appresta a fare nelle prossime ore. In casa di Morisi fu trovata una dose minima di coca, 0,31 grammi in una bustina di nylon gialla, “nascosta in un libro verde”, più alcuni residui in un piatto.
Le chat acquisite dai carabinieri dimostrano inoltre che furono gli escort a portare la boccetta di “droga dello stupro” a casa Morisi, e non il contrario, come invece sostenevano i due giovani escort nell’immediatezza dei fatti. Caso chiuso, a meno di improbabili colpi di scena in extremis. www.today.it