di Gabriele Alberti – Migranti senza permesso di soggiorno a lezione di antifascismo. Sono 27 le associazioni che a Milano insegnano l’italiano ai 3mila allievi senza permesso di soggiorno. Pensate che si insegnino verbi, aggettivi e competenze linguistiche ? Poca roba, l’essenziale. Ciò che conta è insegnare loro l’antifascismo, Resistenza, 25 aprile. Il corso di italiano “mascherato” si tinge dei colori dell’indottrinamento. Libero fa un reportage tra questa rete di scuole. Si chiamano «Scuole senza permesso» e contano oltre 200 volontari. Si pensa già alle prossime elezioni ?
Clandestini a lezioni di antifascismo nelle scuole di italiano
“L’insegnamento della nostra lingua è la maschera sotto cui si nascondono i professori dell’anti-fascismo senza fascismo- leggiamo- Nei programmi di queste scuole dedicate a irregolari 3.000 iscritti ogni anno si sfogliano corsi da pensiero unico del tipo: ’25 aprile: lezioni resistenti’, ‘Lezioni tra memoria e antirazzismo’, ‘Lezioni antifasciste sulla resistenza’”. Chissà se gli alunni – clandestini ancora senza permesso di soggiorno- pensano di avere sbagliato aula? I “docenti” delle Scuole senza permesso non se ne curano. Per loro , infatti, «l’insegnamento della lingua diventa anche pratica di resistenza» e quindi, dicono loro, «il 25 aprile non è più solo una data da commemorare, ma una data di cui discutere anche nelle scuole di italiano».
Ma guarda la casualità… I migranti in gran parte africani con la resistenza non c’entrano molto, però gliela insegnano. Perché allora “non parlargli di medioevo, storia romana o boom economico? Ecco cosa si è sentito rispondere Paolo Rossetti di Libero da parte degli insegnanti: che insegnare la resistenza significa insegnare loro i diritti: «perché i diritti e la lotta per i diritti, per la liberazione e l’autodeterminazione di tutte e tutti, è qualcosa che non conosce confini o nazionalità, che non ha passaporto».
Lezioni di antifascismo, fumetti partigiani
E a corredo dei testi e delle parole arrivano pure i disegnini: “i fumetti partigiani. Tutto vero, non stiamo scherzando. Tra gli obiettivi delle scuole per clandestini, poi, c’è anche quello di fare reclutamento per le manifestazioni cittadine. Poco importa se l’italiano, per ovvie ragioni, è zoppicante: ciò che serve è fare numero quando si scende in piazza per protestare contro la qualunque”.
Usano i migranti nelle manifestazioni per Mimmo Lucano
Quali mobilitazioni? Anche qui c’è da ridere: naturalmente “L’ultima mobilitazione, giusto per intenderci, è stata quella a favore di Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e due mesi per reati contro la pubblica amministrazione in materia di migranti. Parlano chiaramente di «partecipazione a situazioni di riflessione, promozione e rivendicazione dando corpo e voce ai diritti dei migranti e alle istanze della rete in quanto realtà riconosciuta sul territorio»”. Poi il delirio in previsione del corteo del 25 aprile; «che non è solo memoria ma parla dell’essere partigiani oggi, del rifiutare le guerre ma non fermare le persone; del combattare il razzismo e ogni rigurgito fascista».
Il contributo dei centri sociali
Insomma, l’italiano può andare a farsi benedire. Nonostante dovrebbero preparano al conseguimento della certificazione A2, “necessaria per ottenere il permesso di lunga durata”. Evidentemente sono necessarie altre cose. “Le scuole senza permesso sono disseminate ovunque a Milano– scrive Libero- soprattutto nelle periferie multietniche del Giambellino, del Corvetto, di Baggio, di San Siro. E ovviamente, immancabili, ecco i centri sociali abusivi che offrono le loro stanze agli irregolari”. Il cerchio si chiude. secoloditalia.it