La Chiesa Anglicana è al centro delle polemiche per le presunte conversioni ‘facili’ accordate ai richiedenti asilo di fede islamica, che sfrutterebbero questo escamotage per avere maggiori chance di farsi accettare le proprie domande dalle autorità britanniche. E’ il caso dell’attentatore suicida di Liverpool, Emad al-Swealmeen, che si sarebbe convertito per evitare l’espulsione dal Paese.
Secondo quanto scrive il Telegraph, la ministra dell’Interno Priti Patel sarebbe sconcertata dalla “giostra” delle frettolose conversioni e dalle altre tattiche usate dai richiedenti asilo destinati all’espulsione, che in questo modo presentano “appello su appello” ai tribunali per rimanere in Gran Bretagna. Tra i motivi per i quali si può evitare l’espulsione c’è infatti il rischio che nel proprio Paese di origine si possa essere perseguitati per ragioni religiose e un musulmano convertito al cristianesimo, può essere soggetto a rappresaglie da parte delle autorità del proprio Paese o della propria comunità di origine.
al-Swealmeen era stato aiutato dalla Chesa Anglicana
Il ministero dell’Interno britannico ritiene che il cambio di religione sia ora una “pratica comune” tra i richiedenti asilo per “farsi gioco del sistema”. Dopo l’attentato di domenica davanti al Women’s Hospital di Liverpool, che fortunatamente non ha causato vittime a parte l’attentatore, è emerso che il 32enne di origini irachene al-Swealmeen era stato aiutato proprio dalla Chesa Anglicana ad evitare l’espulsione, dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta nel 2014.
Dopo questa prima richiesta, al-Swealmeen si convertì al cristianesimo al termine di un corso di cinque settimane seguito proprio nella Cattedrale di Liverpool e presentò in seguito una serie di ricorsi in appello per evitare la deportazione in Iraq. Uno di questi procedimenti legali era in corso, quando il 32enne ha lanciato il suo attacco terroristico domenica scorsa.
Sarebbero migliaia i richiedenti asilo che negli ultimi anni si sono convertiti all’anglicanesimo. Il clero della Chiesa d’Inghilterra ha perfino redatto una guida per orientare questi nuovi ‘fedeli’ all’interno del sistema di procedure del ministero dell’Interno. Troppo, per la ministra Patel, che ha accusato i richiedenti asilo e i loro avvocati di “sfruttare” deliberatamente il sistema britannico per rimanere nel Paese, “a spese dei contribuenti”. adnkronos