Il Green Pass è «uno strumento che comporta inammissibili limitazioni all’esercizio dei diritti», il vaccino «un farmaco sperimentale non privo di rischi» e la mascherine in posizione statica a scuola discutibili. È un affondo duro contro le regole di gestione della pandemia quello sferrato dal Garante dei diritti dei Minori della Provincia autonoma di Trento Fabio Biasi. Che mercoledì 10 novembre ha inviato il suo personale j’ accuse al consiglio della Provincia di Trento, agli assessori e al presidente Maurizio Fugatti. Lo scrive il https://corrieredelveneto.corriere.it
Tali affermazioni sono costate al Garante una pioggia di critiche:
«Atto inopportuno e sbagliato» hanno tuonato le minoranze, Pd in testa, sostenuti dalla Uil e dalla Cgil. Minoranze dalle cui fila venne per altro l’indicazione alla sua nomina. Ma Biasi non arretra di un millimetro: «Mi sono arrivate 312 segnalazioni di disagio di genitori, non potevo metterle nel cassetto. Se vogliono possono sfiduciarmi. Vedrò cosa accade e farò le mie valutazioni» afferma nel giorno della bufera.
Per lunghi anni magistrato, a partire dal 2010 Biasi ha svolto funzioni di sostituto procuratore al Tribunale per i Minorenni di Trento, dove è divenuto procuratore capo nel 2015 fino al 2018.
Le affermazioni di Biasi non sono piaciute al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e nemmeno ai componenti dell’opposizione dalle cui fila venne a suo tempo l’indicazione di Biasi come Garante. In una nota i consiglieri provinciali del Pd riferiscono di aver appreso con «stupore e sconcerto le affermazioni, che giudicano sbagliate e inopportune da parte del Garante dei minori. È inaccettabile e difficilmente compatibile con la delicata funzione istituzionale ricoperta la contestazione di una legge dello Stato che — continuano — ha reso possibile il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19. Riconosciamo al Garante l’impegno costante a tutelare il superiore interesse dei minori ma non possiamo condividere le sue valutazioni» concludono.