“Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco”

vostra eccellenza che mi sta in cagnesco

di Stefano Montanari – Un’era fa, quando sedevo sui banchi del Liceo Scientifico Alessandro Tassoni di Modena, il professor Ettore Spaggiari, al quale devo moltissimo, ci fece leggere una poesia di Giuseppe Giusti. Il titolo era “Sant’Ambrogio”.

I protagonisti sono due: il poeta stesso e i soldati imperiali asburgici, questi ultimi immediatamente connotati per la puzza di sego che emanavano. A mano a mano che la poesia procede, però, e soprattutto quando quei “fantocci esotici di legno” senza nome intonano un coro, non ci si poteva non accorgere di come quelli fossero uomini che con gli altri uomini condividono la condizione umana, con tutto quanto questo implichi. Chi da una parte e chi dall’altra della palizzata, l’umanità è inevitabilmente la stessa.

Come sempre accade, stante il fatto che l’uomo è immutabile, c’è chi possiede il comando su altri uomini, tanti altri uomini, a volte tramutandoli cinicamente in “strumenti ciechi d’occhiuta rapina, che lor non tocca e che forse non sanno,” per usare le parole di Giusti.

Senza che nessuno me ne assegnasse il compito, quella poesia me la imparai a memoria.

Ora, fermandomi qui, chiedo alla ministra Luciana Lamorgese, ricordandole l’etimologia della parola ministro (in latino, servitore), di ascoltare la voce di qualcuno, un uomo, che non ce la fa ad essere strumento cieco: https://appello-al-ministro-lamorgese.html

Sono appena più di quattro minuti. Vale la pena ritagliarli dalla propria giornata. www.freehealthacademy.com