di Antonio Amorosi – I No Green Pass non fanno un partito. Il massmediologo Carlo Freccero spiega perché e quali sono le componenti del movimento che i media mainstream non raccontano
C’è chi dice che “i No Green Pass stiano nelle piazze per fare un partito”. E’ vero?
Ma che… la gente è davvero esasperata e non sta in piazza per questo. E’ poi molto molto prematuro parlare di partito, ma quale partito!? Io ad esempio ho sempre proposto di fare un coordinamento dell’informazione, una rete dell’informazione, è fondamentale in questo momento.
Da alcune settimane dei giornali mainstream hanno acceso le sirene, insinuando su mire e dispute quando invece nelle piazze si vede altro, anche se il problema di una visione diversa tra chi protesta esiste. O no?
Nel movimento No Green Pass effettivamente c’è anche un problema, emerge ogni tanto lo stesso settarismo che c’era nell’estrema sinistra, cioè ci sono una marea di partiti e partitini e non è un bene
Beh, fantasticando si potrebbe dire che questo movimento avrebbe bisogno di una capacità federativa, stile la vecchia democrazia cristiana (rido). L’esempio è sicuramente estremo ma…
Eh beh… In più credo che almeno qualche partito esistente, di quelli grandi intendo, cercherà di recuperare questo movimento, sicuramente Giorgia Meloni cercherà di farlo, ma non ora
C’è però una stretta molto evidente sui diritti democratici. I partiti istituzionali, governativi o meno, quando non sono registi della stretta non vanno oltre timide critiche. Parlo del divieto di manifestare nei centri storici delle città. Chi manifesta lo fa per far sentire la propria voce, non per urlare nello scantinato. Dove dovrebbe manifestare?
E poi si chiede lo stadio Olimpico pieno per Italia-Svizzera, senza limitazioni. Sono le punte surrealiste di un potere e di una follia comunicativa totale. Queste minacce, questi divieti valgono solo per chi dissente. Vengono fatti sempre dove c’è una critica, una contestazione, un’opposizione, un dissenso. Ecco, possiamo dire: che dove c’è dissenso c’è il virus (ride.) Altrove no! (poi si fa serio) E’ drammatico: l’impianto sanitario è diventato un meccanismo di controllo dello Stato, è un tema fondamentale del potere. Poi c’è un altro aspetto che riguarda i partiti
Quale?
Diciamo una cosa: che in questo frangente c’è l’elezione del presidente della Repubblica che in qualche modo è un’arma di distrazione di massa per i partiti
Sì, è tutto bloccato, ci sono in atto accordi, promesse, scambi…
Sì e in questo momento proteggere i dissenzienti sarebbe per loro, in qualche modo, nefasto. In questa fase i partiti hanno l’attenzione rivolta alla negoziazione per il presidente della Repubblica e hanno completamente rimosso il tema dei dissenzienti e cosa sta accadendo nel Paese. Poi nel momento stesso in cui viene eletto il presidente della Repubblica ecco che questa massa, che è molto grande oltretutto e che ha molte componenti della società, diventa interessante per i partiti. Per cui qualcosa recupereranno…
Però girando nelle manifestazioni si respira un’energia particolare, di un popolo frastagliato, diverso dal solito che va dal professionista alla famigliola con bambini, dall’impiegato all’anziano, dall’intellettuale all’ultras dello stadio…
Movimento No Green Pass, 5 componenti
Io ho individuato cinque componenti. Ho trovato importante fare questa mappa per mettere insieme un po’ tutte le istanze del movimento No Green Pass, contro questa nuova forma di autoritarismo. Amo molto essere cartesiano e credo che abbia senso soprattutto in questa fase. La prima componente sono “i costituzionalisti” e sono quelli che hanno dato il la a tutti quanti, hanno aperto la strada. Ci hanno spiegato che i diritti fondamentali sono in qualche modo messi all’angolo
Poi?
La seconda componente: “i filosofi” o meglio la gente che esercita un’attività filosofica in senso ampio, in cui metterei anche il sottoscritto come massmediologo. Quelli in sintesi che vengono definiti dal potere “cattivi maestri”. Poi c’è il gruppo dei “medici e i sanitari” o almeno quella parte che ha sviluppato un atteggiamento critico verso il vaccino, come è stato imposto e con tutta la gestione sanitaria. Poi c’è la quarta componente che è molto interessante. Sono quelli che io chiamo “i monetaristi”, cioè quelli che pensano che tutto questo disastro sia dovuto alla bolla finanziaria del 2019 e al fallimento del neoliberismo, che stava per esplodere, da qui il disegno del Grande Reset di Klaus Schwab che mette a tacere questo evento
Poi c’è la quinta componente…
Sì, sono “gli spiritualisti” che è una componente molto variegata ma che è il risultato, in qualche modo, della seconda rivoluzione quantistica. Un popolo che pensa alla vita come spirito, processo della persona fatta di emozioni ancora umane, vibrazioni, emozioni, attrazione della realtà, sentimento, eccetera…
Vedo che sta emergendo una sorta di rifiuto del capitalismo neoliberista bieco
Proprio così, benissimo. E’ un mondo contro il neoliberismo assoluto che ha cancellato ogni tipo di rapporto sociale già prima del Green Pass, che ha creato il distanziamento sociale. È una mappa composita di persone che stranamente però si è trovata in qualche modo unita. Dentro questa cosa ci sono anche quelli che vogliono fare i partiti. Dentro questa mappa così complessa e così differenziata è però molto difficile realizzarli perché prima occorre che queste persone riescano a parlarsi fra di loro e a scambiare opinioni e questo viene fatto molto bene nelle web TV. Ma c’è un problema
Quale?
Che per fare un partito bisogna convincere la gente del mainstream e la TV generalista o quello che ne resta
Le critiche alla gestione della pandemia si sono trasformate in un movimento anti sistema, o no?
Sì e questi miei sono appunti per creare una Costituente, da cui far partire qualcosa che non sia meno fragile di quello che si vede e che io chiamo disobbedienza civile, per creare qualcosa che invece metta in moto una resistenza politica
Per evitare una protesta fine a se stessa?
Si, certo. È chiaro che in questo momento i partiti sono distratti da questa negoziazione sul presidente della Repubblica e quindi gli italiani non possono contare su loro. Ma è chiaro che il quadro cambierà in fretta. Ad esempio la Lega. Per quanto oggi sia più interessata a trovare un accordo per il presidente della Repubblica almeno la base sta con Salvini e non con Giorgetti, quando parliamo di Green Pass e di tutti i provvedimenti in atto. Credo che la Lega abbia una parte di persone aperte a una critica profonda ai temi attuali e torneranno in pista una volta finita la fase “elezione del capo dello Stato”.