Covid, inchiesta Procura di Bergamo: nuovi sviluppi e sospetti atroci

L’inchiesta della Procura di Bergamo sull’origine del Covid in Italia prosegue fra nuovi sviluppi e sospetti atroci che dovranno essere asseverati in punto di diritto e procedura: i magistrati stanno indagando su tutta una serie di documenti ufficiali che retrodaterebbero l’arrivo del coronavirus a ben prima del caso zero a Codogno.

Sviluppi sull’origine del covid in Italia: circolava un mese prima di Codogno

Si tratta di un lavoro di scrematura molto difficile, lo spiega il Giornale secondo cui le carte che smentiscono le affermazioni dell’epoca sull’arrivo del covid non mancano affatto. Verifiche su coloro che dal 20 gennaio al 15 aprile 2020 avrebbero sostenuto una certa linea temporale di arrivo del virus, virus che era in Italia almeno da un mese prima del caso di Codogno che in letteratura ufficiale funge da “start”.

La tac del 26 gennaio ad un paziente cinese

Nel fascicolo per epidemia colposa il coronavirus è certificato già in una cartella clinica datata 17 febbraio 2020. Nel report sanitario sono citati sintomi come “dispnea, tosse, febbre, versamento pleurico e sfumati addensamenti parenchimali, con aspetto a vetro smerigliato nel polmone sinistro”. La Tac era stata fatta il 26 gennaio, ma l’uomo di origine cinese che la fece e che fu ricoverato in provincia di Bergamo non fu mai sottoposto a tampone.

L’inchiesta della Procura di Bergamo: gli sviluppi citati anche dagli esperti

Il virologo Fabrizio Pregliasco lo aveva definito un caso “sospetto” durante una puntata di Fuori dal Coro di qualche giorno fa. Da questo punto di vista le presunte responsabilità, tutte da accertare per tabulas, responsabilità di esponenti dell’allora governo Conte sono oggetto di verifica certosina da parte dei magistrati.  https://yahoo.com/notizie