Nadia Positello, 49enne di Maser (Treviso), è deceduta l’11 ottobre a due settimane di distanza dalla somministrazione della prima dose di vaccino anti-Covid. L’autopsia chiama in causa non il vaccino bensì il medico di base della donna.
Il medico, una volta informato dei sintomi che la donna aveva riferito nei giorni precedenti alla morte (tra cui mancanza di respiro e debolezza) le avrebbe detto di restare a casa a riposarsi e presentarsi al pronto soccorso solo se il malessere fosse proseguito, invece di mandarla subito in ospedale.
Indagato medico di base
L’esame autoptico è stato condotto dal consulente della Procura di Treviso, che sul caso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nel quale è stato iscritto il nome del medico di base di Positello. Per essere sicuri che non via sia correlazione fra il vaccino e la morte serviranno comunque novanta giorni, intervallo di tempo in cui saranno effettuati gli esami istologici.
La morte di Nadia Positello
Nadia Positello è deceduta due settimane dopo essere stata sottoposta alla prima dose di vaccino antiCovid lo scorso 27 settembre presso il centro di Vedelago. La morte è sopravvenuta a causa di una embolia al polmone sinistro, provocata da una trombosi alla gamba sinistra.
Il giorno dell’inoculazione la donna, consigliata sempre dal medico di base a fare il vaccino poiché la sua “condizione” non rappresentava un ostacolo, ai sanitari del centro vaccinale aveva però della sua storia clinica, fatta di tromboflebiti e trombosi superficiali.
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Il dottore del centro vaccinazioni avrebbe avuto a quel punto dei dubbi, risolti in seguito a un consulto con un altro medico. Dall’autopsia è emerso che se la donna fosse stata mandata in ospedale i medici si sarebbero accorti della trombosi e l’embolo, che dal cuore ha viaggiato fino al polmone, probabilmente sarebbe stato evitato. www.today.it