Gian Marco Capitani, leader No Green pass di sinistra, dopo le parole pronunciate venerdì dal palco a Bologna scrive una lettera aperta a Liliana Segre, per spiegare quel “dovrebbe sparire da dove è”, che l’ha fatto finire nella bufera.
“Nell’impeto del momento ho detto che ‘Lei dovrebbe sparire da dov’è’. Il termine ‘sparire’ è stato certamente infelice e mi dispiace non essermi espresso in modo più appropriato”, ma “la mia opinione è semplicemente legata al ruolo di presidenza della commissione per il contrasto dell’intolleranza da Lei ricoperto. In quel ruolo ritengo che Lei abbia il dovere di esprimersi contro ogni violenza, anche se è rivolta a chi non la pensa come Lei“. Nell’ultimo anno e mezzo non si contano le frasi violente e le istigazioni alla violenza espresse nei confronti di chi ha una diversa opinione sulla campagna di vaccinazione di massa in corso. A reti unificate, 24 ore su 24, si è scatenata un’autentica campagna d’odio che, temo, abbia fatto molto male al Paese. Ecco Senatrice, su questo avrei tanto voluto sentire la Sua voce, una parola di ferma condanna nei confronti di chi ha scatenato una sorta di caccia all’uomo. Questa non è violenza? Non è discriminazione? Non c’è istigazione all’odio nel far passare l’equazione manifestanti uguale terroristi? Ho provato a rivolgermi a Lei perché sono certo che Lei più di chiunque altro possa capire cosa significhi sentirsi discriminati. Lei più di altri può comprendere cosa significhi essere segnati con una sorta di marchio di infamia”.
“Da parte di una persona che come ultimo atto della sua vita ha promosso una Commissione contro l’istigazione all’odio, la risposta ora è il silenzio”, la replica della senatrice a vita, riportata dal sito del Corriere della Sera. adnkronos